8 Settembre 2025

A Pieve di Cento, nel cuore della Pianura Padana, si trova il quartiere residenziale “Giardino delle Arti” noto per essere un vero e proprio museo a cielo aperto, voluto dall’imprenditore Giulio Bargellini.

Già fondatore nel 2000 del Museo Magi ‘900, ricavato in un vecchio silo degli anni Trenta salvato dalla demolizione, Bargellini ha voluto condividere ancora una volta la sua passione per l’arte con i propri concittadini attraverso lo sviluppo di un complesso residenziale che si affaccia proprio sul giardino delle sculture del museo e che incornicia la piazza che si viene così a creare.

Il progetto, affidato al team degli ingegneri Luca Venturi, Fabio Paoletti e Fabrizio Campanini, consegna alla cittadina 17 unità residenziali, realizzate secondo il modello delle case a schiera in un unico corpo di fabbrica costituito da due volumi, uniti da un sovrappasso, che delimitano i lati sud ed est del giardino delle sculture, su  cui si affacciano anche i portici collocati al piano terra e destinati all’uso pubblico.

La piazza è il cuore del progetto come ha sottolineato l’Ing. Venturi “Il punto di partenza del progetto è la piazza. Piazza intesa come luogo di aggregazione e di incontro. Si è pensato di riproporre un brano di città che andasse a completare e raccordare il museo Magi ‘900 con il tessuto urbano di Pieve di Cento (BO), attraverso la creazione di un “giardino delle arti” nel quale tutti possono incontrarsi e passeggiare perché protetto da portici e popolato di opere. Per questo il progetto urbanistico nasce unitario. Gli edifici residenziali, come nelle migliori piazze delle città tradizionali italiane ed europee, cingono il giardino delle arti creando una quinta scenica ma discreta alla galleria d’arte e alle sue opere che escono dal museo andando ad animare la grande piazza giardino”.

“Pieve di Cento – sottolinea l’Ing. Paoletti – è un paese che ancora oggi conserva e ci racconta la sua storia attraverso gli elementi che da sempre lo contraddistinguono come le porte medievali, la Rocca, la piazza, ma anche i portici. Tutti elementi realizzati tramite il sapiente utilizzo dei materiali della nostra tradizione costruttiva quali il laterizio, il legno e gli intonaci caldi e accoglienti. Il carattere dei nuovi edifici si ispira proprio a quei criteri compositivi e costruttivi dell’architettura tradizionale che nel tempo hanno dimostrato di essere più duraturi, soprattutto sotto l’aspetto manutentivo. La possibilità intrinseca di poter allungare la vita delle costruzioni e diminuirne i costi legati alla manutenzione e già di per sé sinonimo di sostenibilità ed ecologia”.

In questo contesto, la scelta dei materiali è cruciale. L’Ing. Campanini dichiara che gli edifici “devono durare nel tempo ed essere realizzati con materiali longevi e di qualità”. Egli aggiunge che, pensando al borgo, l’idea di utilizzare il laterizio è considerata la scelta più ovvia, in quanto un materiale “oltre la moda, un materiale che ben coniuga l’idea di tradizione con quella di innovazione”. È per questo che i laterizi wienerberger sono selezionati come protagonisti indiscussi del progetto, rispondendo in maniera convincente e soddisfacente a tutti questi dettami.

Nello sviluppo di questo comparto residenziale, fin dalle prime fasi di analisi, la scelta progettuale è ricaduta su una soluzione massiva che, semplicemente intonacata, potesse raggiungere elevate prestazioni a livello energetico.

Si è quindi optato per un sistema rettificato, il Porotherm BIO PLAN 38 T9 che, con una trasmittanza U=0,23 W/m2K, potesse garantire una prestazione dell’involucro decisamente migliorativa rispetto ai requisiti normativi.

Il laterizio, un materiale tradizionale e fortemente legato alle costruzioni del passato, riesce, grazie a wienerberger e al suo processo di ricerca e sviluppo, ancora oggi a garantire elevate prestazioni termiche, strutturali e di durabilità e al tempo stesso a rinnovarsi. Questo recupero in chiave innovativa di antiche pratiche e tradizioni delinea soluzioni idonee a risolvere le necessità più attuali.