Il concorso di idee era stato bandito lo scorso agosto da Invitalia per conto del Comune di Napoli.
L’oggetto del concorso prevedeva la realizzazione di una nuova uscita per la stazione Materdei a servizio del Rione Sanità attraverso il recupero di una cavità tufacea schedata al numero 82 dal Comune di Napoli.
Come tutte le iniziative che in questi ultimi anni stanno segnando la rinascita del Rione, anche la costruzione della nuova uscita metropolitana sarà frutto della partecipazione dell’intero quartiere.
Ad aggiudicarsi i lavori di progettazione è stata la Tecnosistem Spa, società di ingegneria napoletana leader
nazionale nel settore, che nel disegnare la nuova infrastruttura ha favorito la nascita dell’associazione professionale “Gaps – Giovani Architetti per la Sanità”, presieduta da Francesco Romano e composta da otto architetti che vivono nel quartiere (Mario Pucciarelli, Raffaele Semonella, Costanno Diana, Mariachiara Rinaldi, Luigi Stanzione, Mario Giacca, Veronica De Falco, Marco Stradolini).
Fanno parte del raggruppamento vincitore S.I.A. Servizi per Ingegneria e Ambiente srl e il Prof. arch. Pasquale Miano, docente di Composizione architettonica e urbana alla Federico II di Napoli.
Il tracciato di collegamento si sviluppa, a partire dal quartiere Sanità in spazi interni continui, articolati in un primo tratto di ingresso realizzato mediante un taglio baricentrico nel corpo della gradinata di via Alessandro Telesino ed un secondo tratto lungo il ramo principale della cavità preesistente, completati da nuovi scavi di connessione con la quota delle banchine di stazione. Il varco introdotto, tagliando la porzione di gradinata di più recente realizzazione consente di accedere alle cavità mediante un camminamento in quota che, di fatto, prosegue attraverso la piazza ipogea e lungo il tunnel di nuova realizzazione, su cui si innesta il sistema di collegamenti verticali fissi e meccanizzati alla quota di banchina esistente.
Il progetto di consolidamento, recupero e allestimento delle cavità e di realizzazione dei nuovi tratti ipogei declinano in modo differenziato il tema del rapporto tra luci e ombre che è stato posto alla base dell’impostazione progettuale.
All’interno della galleria tufacea la luce naturale entra attraverso il recupero di antichi pozzi per l’estrazione del tufo come “pozzi di luce” lasciando leggere i chiaroscuri propri delle superfici in pietra, mentre lungo i tratti di nuova realizzazione la luce si fa artificiale, generando un’immagine di grande galleria contemporanea animata da istallazioni luminose. L’uso indifferenziato della luce traduce e enfatizza il tema del “trapasso” da una condizione all’altra, caratteristica del rione Sanità in cui si innesta, dal chiarore diurno urbano al gioco di luci ed ombre del sottosuolo.
Durante le lavorazioni verranno estrapolati dei blocchi di tufo impiegati nel contesto urbano per generare una relazione tra la città sotterranea e quella in superficie: dalle cavità dove veniva ricavata la pietra da utilizzare per la costruzione della città, oggi si recupererà il tufo proponendolo come opera d’arte che richiami alla memoria il suo storico utilizzo. Il tufo, estrapolato proprio in quel sottosuolo accompagnerà turisti e fruitori all’interno del quartiere abbattendo quel muro che si è creato tra la città e il quartiere successivamente alla costruzione del ponte, così “la pietra scartata” potrà diventare “testata d’angolo”.
La scheda approfondita della notizia NiiProgetti ID 419118 è stata segnalata il 28/06/2019 in fase di Programmazione nel settore Terziario. La fonte è Nevermind Srls. Vedi i dettagli su NiiProgetti Business.