11 Giugno 2018

Il Dos Trent è un rilevato roccioso che domina la città di Trento per questa ragione è stato da sempre sede di fortificazioni militari, dal castrum romano alla polveriera austriaca della Grande guerra. In considerazione di ciò, subito prima della Seconda Guerra Mondiale vi si volle erigere un complesso museale che celebrasse il Corpo degli alpini e le sue gesta: un edificio asciutto, in stile classico, la cui fisionomia è fortemente radicata nell’immaginario collettivo della città, ma anche un simbolo per l’Associazione Nazionale Alpini.

La necessità di ampliare gli spazi espositivi, ma anche di adeguare le strutture alla numerosità delle visite, ed alle richieste di servizi che le nuove modalità di fruizione museale comportano, ha fatto sì che si pervenisse alla decisione di ampliare la struttura, di persé gravata da un vincolo di interesse monumentale.
Si è pertanto deciso di lavorare “in addizione”, garantendo la leggibilità del nuovo corpo di fabbrica, tanto attraverso l’articolazione spaziale, quanto attraverso l’uso della morfologia e dei materiali dell’oggi.

I nuovi volumi si configurano, quindi, come elemento di protezione, ma anche come punto di osservazione privilegiato della memoria storica, e la volontà di ridurne all’essenziale la componente massiva della materia si traduce nell’uso del cristallo e di strutture intrinsecamente leggere. Le addizioni fungono dunque da nuova “cinta muraria” caratterizzata da una forte propensione all’introversione: esse si solidificano ed assumono consistenza verso l’esterno, al fine di garantire la sicurezza che la destinazione impone nei confronti dello spazio circostante, dell’intorno, per rarefarsi progressivamente man mano che si avvicinano al nocciolo, al cuore dell’esposizione. Anche nell’articolazione altimetrica e volumetrica del costruito si concretizza questa volontà, con l’adozione di una copertura a falda, fortemente asimmetrica e intrinsecamente introversa, al fine di aprire la percezione dell’orizzonte dal camminamento a cielo aperto.
Sempre in quest’ottica, se i fronti secondari mantengono la chiusura a protezione dell’interno, aprendosi solo con strette feritoie per soddisfare i requisiti funzionali di illuminazione, il porticato sul fronte principale, caratterizzato da una scansione lineare ed astratta delle geometrie e da una grande trasparenza, ha il duplice scopo di accogliere il visitatore e di sottolineare la sagoma, più organica e massiccia, della preesistenza.

Volutamente, la geometria del fronte conserva la memoria grafica dell’originario ingresso che il nuovo volume viene a sostituire, per perpetuare il ricordo dell’immagine delle ali d’aquila dispiegate, così come le parti piene, per volontà dell’Associazione Nazionale Alpini, assumeranno il ruolo di “luogo della memoria” ospitando l’iscrizione dei nomi dei valorosi Alpini caduti per la Patria, secondo una prassi consolidata nelle Forze Armate, il cui valore evocativo ben sottolinea l’importanza del luogo.
In questo senso, il rapporto fra interno ed esterno si fa più stretto: il visitatore viene attratto, quasi risucchiato, all’interno del porticato, chiuso ma permeabile, e da qui nello spazio a cielo aperto, dal quale la fruizione del monumento avviene in forma diretta e concreta.

Il progetto dell’ampliamento è stato redatto da Il progetto relativo è stato redatto da Andre Tomasi & Associati. Attualmente i lavori sono iniziati per terminare fine 2019.

 

Fonte:Andrea Tomasi & Associati


Fase Cantiere
Settore Terziario
Data di pubblicazione 20/04/2018
Approfondimenti nella notizia NiiProgetti ID 435982