19 Maggio 2021

Anche se la traduzione dall’inglese all’italiano riduce tutto a “materiali riciclati”, gli upcylced materials sono molto di più. Mentre il riciclaggio implica la distruzione del rifiuto per creare qualcosa di nuovo, il processo di upcycling prende il rifiuto e ne crea qualcosa di nuovo mantenendone il suo stato attuale. Se la prima strada è sicuramente quella più pratica, la seconda è altamente creativa e può coinvolgere un’ampia varietà di tecniche e materiali per ottenere il prodotto finito.

I benefici sono tantissimi: netta riduzione dei prodotti che finiscono in discarica, utilizzo minimo delle risorse naturali, ritorno all’artigianato della vecchia scuola, sostentamento dell’industria locale, costi di produzione ridotti e, cosa importante per un design prezioso come quello italiano, la realizzazione di articoli unici nel loro genere.

Una ricerca fatta a dicembre 2020 e riportata da turbofuture.com ha reso noto l’elenco dei materiali più riciclati negli Stati Uniti: si tratta di calcestruzzo, acciaio, alluminio, plastica (PET), carta di giornale, cartone ondulato, plastica (HDPE) e vetro.

Un tema centrale legato agli upcycled materials è sicuramente quello ambientale. L’abbandono di un approccio prendi-produci-spreca, che da decenni guida lo sviluppo industriale mondiale, deve essere al più presto rimpiazzato da metodi efficienti e sostenibili, che ci permettano di riutilizzare i materiali invece di creare costantemente nuovi rifiuti.

Noi di NiiProgetti abbiamo deciso di dedicare il prossimo appuntamento con la nostra serie di talk Bio Materials proprio agli upcycled materials, per capirne non solo l’origine ma soprattutto l’utilizzo che molti studi di design ne fanno e ne faranno nel tempo.

Ospite di Laura Ragazzola, giornalista di NiiProgetti, sarà Stian Alessandro Ekkernes Rossi, direttore del laboratorio ricerca Up-Cycled Materials di Snohetta.

Lo studio di design norvegese, che ha iniziato questa ricerca due anni fa concentrandosi sulla plastica (uno dei più grandi materiali inquinanti), ha creato il Snohetta Plastic Lab, un laboratorio di ricerca ma allo stesso una mostra che ha fatto il giro della Norvegia per diffondere l’idea che la plastica sia sì una risorsa preziosa, ma anche un materiale che, se riutilizzato correttamente, può dar vita a prodotti incredibili.

Tra questi spicca su tutte la straordinaria sedia S-1500, sviluppata con la società Nordic Comfort Products (NCP): la scocca della sedia è composta al 100% da plastica riciclata presa dalle industrie di pesca locale.

Le gambe in acciaio vengono riciclate e prodotte localmente. Il designn si ispira a un mobile classico norvegese, la sedia pieghevole R-48 di Bendt Winge, anch’essa prodotta da NCP e una delle sedie più utilizzate nel paese.

IL PROSSIMO TALK BIO MATERIALS

Saranno proprio gli upcycled materials il focus del secondo talk Bio Materials firmato NiiProgetti.

Patrocinato dall’Ordine degli architetti di Varese e sponsorizzato da SAIB, il webinar vedrà intervenire Stian Alessandro Ekkernes Rossi, di Studio Snøhetta e Clara Conti di Saib.

L’appuntamento è fissato per il 26 maggio alle ore 14.30.

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