Il Museo di Schengen è un luogo culturale all’interno del quale si racconta la storia e il significato dell’accordo di Schengen concluso alla fine degli anni ’90. Inaugurato nel 2010 il museo è attualmente chiuso al pubblico per permettere a Migliore+Servetto e Karmachina di lavorare al completo rinnovo dei locali. Lo stesso team si sta occupando anche del riallestimento del Battello Princess Marie Astrid II.
Le origini dell’accordo
Schengen è una cittadina situata sulle sponde della Mosella, alla confluenza di tre Stati: Lussemburgo, Germania e Francia. Qui, su una nave da crociera fluviale, il Belgio, la Germania, la Francia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi firmarono l’accordo di Schengen il 14 giugno 1985.
I Paesi, tramite l’accordo, concordarono di eliminare progressivamente i controlli alle proprie frontiere interne e di introdurre la libera circolazione per tutti i cittadini dei paesi firmatari, degli altri paesi dell’Unione europea e di alcuni paesi terzi. Da allora, Schengen è diventata il simbolo stesso del concetto di integrazione europea.
L’accordo, in vigore ancora oggi, permette di facilitare gli innumerevoli viaggi che ogni giorno le persone fanno per lavoro, studio o motivi personali. Stando alle stime infatti, gli europei effettuano ogni anno 1,25 miliardi di viaggi all’interno dello spazio Schengen, il che apporta notevoli vantaggi anche al settore del turismo e della cultura. Parlando in numeri, oggi l’area Schengen è vasta oltre 4 milioni di chilometri quadrati e comprende una popolazione di quasi 420 milioni di persone residenti in 29 Paesi (25 dei 27 Stati membri dell’UE e i membri dell’Associazione europea di libero scambio Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
Nella cittadina diversi luoghi ricordano l’accordo, tra cui il Centro europeo di Schengen e il suo museo.
Il Museo Europeo di Schengen
Il progetto di Migliore+Servetto con Karmachina per il Museo, che fa seguito al restauro della struttura preesistente ad opera di Forma Architects, parte dal tema “Borders” e reinterpreta lo spazio come un luogo “senza confini”, borderless non solo a livello spaziale, senza barriere architettoniche, ma anche a livello multimediale e narrativo.
Il risultato finale sarà un museo inclusivo, innovativo e accessibile grazie a differenti ma complementari livelli di lettura e di condivisione dei contenuti.
L’intero percorso museale accompagnerà il visitatore in un viaggio tra il fisico e il digitale. In una progressione lineare di testi e oggetti legati ai temi delle quattro sezioni principali, si incontrano infatti 19 installazioni, ognuna diversa per contenuto, forma e multimedialità, nel fluire di un percorso circolare culminante nel nucleo centrale: il “Cube”, cuore narrativo che racchiude un’installazione immersiva e coinvolgente a conclusione del percorso espositivo. Il Cube, infatti, è un segno identitario, memorabile e dinamico, che rappresenta il concept creativo “senza confini” tra i Paesi e la moltitudine di persone che ne fanno parte, dove il pattern di bandiere, a definire la pelle del cubo, simboleggia i valori di unione e cooperazione. Lo spazio si dilata e si sviluppa anche grazie a un sistema di specchi e luci dinamiche, che restituisce l’effetto di un organismo pulsante e trasforma il Cube in una torre infinita che supera i confini fisici e ideali. Al suo interno, un’installazione suggestiva racconta le avventure personali di persone provenienti dall’interno e dall’esterno dello spazio Schengen, testimonianze che innestano una catarsi emozionale come epilogo finale dell’esposizione.
A rendere ancora più personalizzata la visita sarà una card che verrà data all’ingresso a ogni visitatore e che gli permetterà di muoversi liberamente e attivare le diverse postazioni digitali scegliendo anche la lingua desiderata.
A completare il percorso non mancherà un’area di accoglienza completamente rinnovata utilizzata sia come Centro di Informazione Turistica sia come introduzione allo spazio espositivo, con una sezione per il check-in. L’apertura è prevista nel corso del 2025, a quarant’anni dalla firma dello storico accordo.
Il Battello Princess Marie Astrid II
Il progetto di Migliore+Servetto con Karmachina comprende anche un intervento di riqualificazione e riallestimento del Battello Princess Marie Astrid II, luogo in cui avvenne la firma del Trattato di Schengen. Il Battello e la sua struttura storica, usurati dall’utilizzo e dal trascorrere del tempo, fanno da sfondo alla storia narrata, mantenendo l’impianto originale dell’imbarcazione, ma, al contempo, instaurando un dialogo continuo con il nuovo allestimento del Museo. Nella sala del ponte superiore le finiture e i materiali, come le tende e le lampade, richiamano l’atmosfera e l’estetica dell’epoca, integrandosi con le installazioni e gli arredi contemporanei. Per il ponte inferiore del battello, invece, è stato ideato un sistema flessibile e multifunzionale, in grado di assumere configurazioni spaziali differenti e di rispondere a diverse necessità.
Il rinnovo completo del Battello permetterà di aggiungere nuove funzioni, come uno spazio per conferenze, un’area per mostre temporanee e una lounge, oltre a una nuova installazione dinamica che racconta la storia della firma dell’accordo di Schengen. La “Signature Room” porterà il visitatore nello stesso spazio che ha accolto i rappresentanti dei primi Paesi firmatari dell’accordo nel 1985. Il battello diventerà quindi una grande macchina scenica itinerante, capace di ospitare scenari narrativi flessibili e di accogliere i visitatori in un ambiente sorprendente e dinamico.