26 Agosto 2024

Milano negli ultimi anni sta subendo un profondo cambiamento che sta coinvolgendo tanto la periferia quanto il centro storico. Piazza Cordusio, per esempio, è al centro di un progetto di rinnovamento in essere da anni che ha visto l’arrivo di brand internazionali come per esempio Starbucks Reserve Roastery e Fao Schwarz.

Di recente, invece, il vecchio Palazzo Venezia, noto anche come Palazzo delle Generali, ha riaperto le porte come nuovo indirizzo dell’hospitality. Lo Studio Marco Piva, che ha vinto la gara per l’architettura per il Gran Melià Palazzo Cordusio, si è occupato della Direzione Artistica delle porzioni soggette a vincolo monumentale (gestione dei rapporti con la Soprintendenza di Milano, le istituzioni e gli altri partner coinvolti nel progetto per tutti gli spazi vincolati), delle pratiche edilizie e permissuali, del distributivo dell’architettura degli interni e delle terrazze e della realizzazione della corte interna.

© Studio Marco Piva

Il Palazzo delle Generali

Fino a pochi anni fa il sito era noto come il Palazzo delle Generali dato che per moltissimi anni è stata la sede principale del Gruppo assicurativo.

L’edificio è stato realizzato tra il 1897 e il 1901 dall’architetto Luca Beltrami (noto per i suoi lavori in piazza della Scala e per il restauro del Castello Sforzesco) su richiesta della società Assicurazioni Generali Venezia. L’idea era quella di dividere in due il Palazzo destinando una parte agli uffici della Compagnia (rami Assicurazione Vita, Incendi, Trasporti, Grandine ed Infortuni sul lavoro) e una parte a negozi, uffici commerciali ed abitazioni. Il progetto diede il via a un più ampio rinnovamento dell’intera piazza Cordusio.

Da un punto di vista architettonico l’edifico fu realizzato in calcestruzzo – una scelta innovativa per l’epoca – e si caratterizzava per la particolare facciata concava arricchita da un nicchione mosaicato e da una grande cupola ottagonale sormontata da un lanternino.

© Andrea Martiradonna

Il Gran Melia Palazzo Cordusio

Il nuovo Gran Melià Palazzo Cordusio rappresenta l’incontro tra storia e ospitalità, omaggio tangibile alla sinergia tra conservazione della memoria collettiva e patrimonio storico e desiderio di creare nuove esperienze plasmate sul tempo presente.

Il restauro ha avuto dunque l’obiettivo di ripristinare la storicità di tutto l’involucro edilizio a partire dalle facciate esterne, passando per i serramenti (tutti gli infissi sono stati cambiati con telai in legno ad alta prestazione che riproducono fedelmente finitura e geometria degli originali del 1900) fino ai manti di copertura, con operazioni finalizzate a ridurre il degrado delle superfici esistenti e, ove non possibile, l’apporto di nuove superfici e materiali compatibili, esteticamente e tecnologicamente, con gli esistenti.

Anche il portone storico ha trovato posto nel nuovo Gran Melià Palazzo Cordusio, diventando l’ingresso principale dell’hotel. I negozi, invece, sono stati tutti brandizzati per rafforzare l’immagine dell’edificio e rendere una coerenza visiva unica e scenografica per l’intero perimetro del building.

Per tutte le terrazze, sono state campionate le finiture di pavimento insieme alla Soprintendenza con l’obiettivo di conformarsi ai tipici terrazzi milanesi in legno.

© Andrea Martiradonna

Il progetto ha previsto inoltre l’innalzamento della terrazza del quinto piano che volge su Piazza Mercanti ed il Duomo per offrire il miglior panorama possibile dal bar dell’hotel. Proprio qui è stata inoltre realizzata una pergola, disegnata a quattro mani insieme alla Soprintendenza: una struttura architettonica caratterizzata da fili in acciaio inox per il posizionamento di rampicanti, per dare l’effetto verde tipico delle terrazze milanesi, anche a livello strada.

Al quarto piano invece, dove prima c’era il sottotetto, è stata creata un’ulteriore zona conviviale con vista sul Duomo, che ospiterà un’altra zona F&B.

Particolarmente importante è stato anche il progetto illuminotecnico volto a esaltare le caratteristiche storiche ed architettoniche del Palazzo. Giochi di luce, tutte a led, enfatizzano e valorizzano l’ingresso centrale del nuovo hotel, i due lati, angolo Mercanti ed angolo Orefici, destinati ad uso commerciale, e le superfici in rame della Cupola e della sua lanterna. Non mancano poi una serie di scenografie luminose che creano suggestivi scenari notturni per celebrare o ricordare differenti avvenimenti, dalla bandiera Italiana fino al giorno della Memoria, passando per la festa del papà o della mamma.

Internamente l’hotel offre ai propri ospiti 84 camere distribuite dal primo al quarto piano. Ai piani intermedi troviamo alcuni spazi comuni che possono essere utilizzati dagli ospiti, tra cui tre Sale Meeting & Conference al piano secondo ed una Palestra al piano terzo, accessibile tramite una porta vetrata, caratterizzata da ampi specchi ed una serie di finestre che moltiplicano lo spazio che volge sulla Piazza Mercanti.

Al quinto piano l’architettura delle zone ristorante e bar sono molto particolari perché ricavate negli ampi sottotetti del piano attico che si sviluppano nelle due ali che si spiegano alla base della cupola: le aree sono state disegnate con una pendenza che segue l’inclinazione naturale della falda esistente, prevedendo inoltre un’area private dining connessa con la sala principale del ristorante. Sia il bar che il ristorante hanno inoltre delle porzioni di terrazze esterne interconnesse, permettendo il fluido passaggio da uno spazio all’altro.

© Andrea Martiradonna

Al piano interrato, originariamente adibito solo ad ospitare locali tecnici, è stata prevista la SPA & Wellness Area, con reception dedicata. Il progetto architettonico ha permesso di scavare una piscina al centro dello spazio che si trova virtualmente al di sotto della corte interna, con la creazione di ambienti atti ad ospitare anche sauna, bagno turco, docce emozionali, cascata di ghiaccio e spogliatoi uomo/donna.

Oltre all’esterno, un importante intervento conservativo è stato dedicato alla scala monumentale. Sono dunque stati levigati i marmi presenti a parete e a pavimento e ricucita la continuità nelle porzioni mancanti attraverso l’impiego del marmo Labradorite, con il quale sono state inoltre realizzate soglie e imbotti per le porzioni in cui sono stati creati nuovi varchi. Al secondo piano è stato mantenuto il portale in Brown Antique con la scritta “Generali Assicurazioni” che lascia un riferimento della funzione precedente del palazzo.

I requisiti per il superamento delle barriere architettoniche hanno reso necessaria la sostituzione dell’ascensore presente con uno nuovo con caratteristiche conformi alla normativa vigente. Il nuovo elevatore panoramico in acciaio e vetro si inserisce con precisione all’interno dello scalone monumentale, con una struttura che ha permesso di consolidare sotto il profilo strutturale tutto il vano scala.

Nella cupola situata all’ultimo piano, invece, trova posto la reception dell’albergo. La pavimentazione, come per tutto il piano quinto, è stata eseguita con un seminato alla veneziana in coerenza con le tipiche finiture utilizzate dal Beltrami nei suoi interventi più caratteristici.

© Andrea Martiradonna

Il progetto di quest’area si è quindi basato sulla riduzione degli elementi non originali per riportare lo spazio alla sua preesistente conformazione, prediligendo gli interventi di rimozione piuttosto che le addizioni.

E’ stata restaurata anche la scala che porta alla lanterna, una struttura in ferro battuto a geometria elicoidale che si estende per quasi 10 metri di altezza. Il corpo di risalita permette di raggiungere il punto più alto dell’edificio caratterizzato da una vista a 360 gradi unica.

Con il medesimo approccio si sono inseriti tutti quegli apparati tecnici volti a conferire il necessario comfort allo spazio, il riscaldamento è stato realizzato a pavimento e gli impianti antincendio sono stati mimetizzati nelle carpenterie esistenti.

Il progetto di illuminazione interna, infine, ha voluto esaltare strutture e superfici lignee dell’interno partendo dal basamento della cupola per tutto il suo sviluppo, con l’obiettivo di rispettare ed enfatizzare l’aspetto storico.

© Andrea Martiradonna

Infine, una delle parti più interessanti del progetto è sicuramente la corte interna, uno spazio aperto storicamente adibito a zona di rimessaggio dei cavalli, poi diventato parcheggio degli utilizzatori del palazzo.

Ora l’area è stata restituita alla città grazie alla realizzazione di un’importante struttura in vetro e acciaio posta all’altezza del balcone del secondo piano, nel punto nel quale preesisteva un cambio di finitura di facciata: uno spazio multifunzionale che può essere gestito in funzione delle necessità, da eventi, sala meeting, conference, colazioni, lobby etc. Alla corte si accede dall’ingresso principale dell’Hotel o attraverso i corpi scala/ascensori, ed è stato previsto un accesso disabili su Via Orefici e due uscite di emergenza, su Via Orefici e Via Mercanti.