26 Aprile 2023

Costruita tra il 1956 e il 1958 dallo studio BBPR, la Torre Velasca è uno dei simboli di Milano. Negli ultimi anni sia la “torre con le bretelle” (come viene chiamata dai milanesi per via dei tiranti che ne sostengono la parte superiore) che la piazza, stanno subendo un completo restauro curato dallo studio Asti Architetti.

© Albo

Le origini della Torre Velasca

Nel 1949 BBPR ottenne dal Comune di Milano l’incarico per la costruzione della Torre Velasca al fine di risanare un’area pesantemente colpita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Inizialmente la torre doveva essere interamente in acciaio e vetro ma, dopo diversi studi e analisi dei costi, l’idea venne accantonata e lo studio optò per il calcestruzzo armato con rivestimento in pietra. Dopo 292 giorni di costruzione, la Torre Velasca venne presentata al mondo. Con una pianta rettangolare e 28 piani di altezza, di cui due interrati, è diventata subito un simbolo di Milano tra i più chiacchierati, amati e odiati, da milanesi e non.

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Dopo diversi passaggi di proprietà la Torre Velasca oggi appartiene al gruppo americano Hines.

Il restauro della Torre Velasca

Nel 2022, dopo 18 mesi di lavori svolti dallo studio Asti Architetti in stretto coordinamento con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano, con lo studio CEAS per i lavori di risanamento delle facciate e con Hines, in qualità di development manager e investitore del fondo HEVF Milan 1 gestito da Prelios SGR S.p.A., la Torre Velasca ha presentato il suo nuovo volto dai toni rosa-grigio.

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Dalla sua costruzione, infatti, nessuno era più intervenuto al restauro lasciando agire indisturbati inquinamento e agenti atmosferici che avevano gradualmente fatto perdere alla facciata il suo colore originale.

Per riuscire a restituire alla torre il suo colore il team ha dunque svolto diverse ricerche grazie anche al supporto dell’architetto Belgiojoso, che ha concesso l’accesso agli archivi originali dei progetti della torre. Il risultato, studiato con Mapei, è il colore che vediamo oggi a metà tra il rosa e il grigio e che prende proprio il nome di legante Velasca.

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Oltre al colore i lavori di restauro hanno interessato anche il necessario consolidamento strutturale mentre è ancora in corso il restauro degli spazi interni.

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La nuova piazza

Il progetto di restauro della zona non ha interessato solo la Torre Velasca ma riguarda anche la piazza sottostante che, sempre grazie al progetto di Asti Architetti, in collaborazione con ARS Aedificandi, lo studio CEAS, ESA Engineering e in un continuo confronto con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano, verrà presto restituita al significato stesso di “piazza“.

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“Il “piede” della Torre è stato sempre vissuto dai cittadini come un “non luogo” che inevitabilmente non ha permesso un giusto rapporto osmotico tra l’edificio e il proprio quartiere. Abbiamo quindi disegnato, uno spazio di rispetto alla Torre stessa, una sorta di “sagrato laico” che nel contempo ne esaltasse gli aspetti dimensionali e architettonici, favorendo il giusto rapporto di intrecci continui con la città. Un luogo di riposo della mente e del cuore ma nello stesso tempo un luogo di identitario, fecondo per la città, con lo sguardo rivolto verso il cielo”, ha commentato l’architetto Paolo Asti.

Entro il 2024, dunque, sorgerà la nuova piazza che comprenderà panchine e aree verdi caratterizzate da elevate caratteristiche ornamentali in base al variare delle stagioni, inserite in vasche interrate con alberi, tra cui ulivi e magnolie.

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Particolare attenzione sarà data alla pavimentazione che rivelerà il fascino di alcuni disegni e materiali lapidei tipici di molte piazze del centro storico di Milano. Il pavimento, infatti, sarà realizzato in lastre di trachite di ampie dimensioni, come ideale prolungamento dei pilastri nervati della Torre Velasca nei quattro settori che circondano l’edificio, con totale rimozione dell’asfalto presente nell’intera area. In particolare, i cubi di porfido rosso detti “Sanpietrini” tutt’ora presenti nelle porzioni di collegamento alla piazza retrostanti la Torre, fra via Pantano e corso di Porta Romana, verranno riproposti nella pavimentazione di progetto come un elemento di ricucitura dell’intero isolato in continuità con la pedonalizzazione della Via Velasca. I marciapiedi, a coronamento perimetrale della piazza, saranno invece rivestiti e delimitati da lastre e cordoli in granito di medie dimensioni.

torre velasca

© Asti Architetti

Non mancheranno poi gli spazi per il servizio di bike sharing del Comune e una nuova illuminazione volta a una riduzione dei consumi energetici. La Torre si inserirà quindi a pieno titolo nel concetto contemporaneo della “città dei 15 minuti” con infrastrutture di mobilità snella e di connessione internet, sfruttando gli spazi circostanti come luoghi di sosta, relax e anche di lavoro.

La prima installazione digitale nella storia del Fuorisalone

In attesa di mostrare il suo nuovo volto completato però, la Torre Velasca ha già conquistato un primato. Durante la Milano Design Week 2023, infatti, l’edificio è stato il protagonista della prima installazione digitale nella storia del Fuorisalone.

torre velasca

L’installazione “Torre Velasca QR Code: Quick Re-Evolution Code”, realizzata nell’ambito della mostra-evento INTERNI Design Re-Evolution a firma della designer Elena Salmistraro, ha virtualmente ricamato nuove connessioni tra Milano e la sua iconica Torre.
Attraverso il virtuale infatti, si è potuta ammirare la torre interamente ricoperta, dalla base fino alla cima, di una trama colorata di filati che altro non erano che una metafora del tessuto urbano e sociale in cui si inserisce la torre e che il progetto di rigenerazione in corso sta cercando di ricucire restituendo spazi fruibili ai cittadini.