19 Luglio 2019

Con i suoi 231 metri d’altezza è il grattacielo più alto d’Italia, nonché simbolo della rigenerazione urbana che dal 2009 al 2014 ha travolto Milano. La Torre UniCredit, o UniCredit Tower per darle quel tocco di internazionalità che merita, sorge nel cuore del Centro Direzionale di Milano, il quartiere a carattere terziario situato a nord del capoluogo lombardo, tra le stazioni ferroviarie Centrale e Porta Garibaldi.

Nato sulla carta nel 2004, quando l’amministrazione comunale approvò il cosiddetto Progetto Porta Nuova, un vasto e rivoluzionario progetto di riqualificazione della zona, la Torre UniCredit è stata inaugurata l’11 febbraio 2014, alla presenza dei vertici del gruppo bancario e di importanti esponenti politici.

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Oggi luogo di lavoro per oltre 4000 dipendenti, può essere considerata un vero e proprio simbolo della città grazie all’unicità della sua struttura.

 

Progetto

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La torre è parte di un complesso che comprende tre edifici di altezza differente, disposti a semicerchio intorno alla piazza Gae Aulenti:

– La Torre Unicredit, con i suoi 31 piani (di altezza 152 metri) impreziositi dalla guglia (alta altri 78 metri);

– La Torre B, con i suoi 21 piani sviluppati in 100 metri d’altezza;

– La Torre C, la più bassa delle tre, che invece conta appena 50 metri di altezza, per un totale di 11 piani.

Il tutto costruito su un’area calpestabile di 56.870 metri quadrati (di cui la Torre UniCredit ne occupa da sola 25.000).

 

Architetto

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Il progetto planivolumetrico della zona è stato redatto dallo studio Pelli Clarke Pelli Architects, sotto la guida e la supervisione di César Pelli, architetto argentino classe 1926, morto nel 2019.

Nato nella provincia di Tucumàn, Pelli manifesta da subito un attaccamento viscerale per il proprio Paese e il proprio territorio. Tanto da contribuire in maniera attiva all’urbanistica della sua città.

Una borsa di studio lo porta poi negli Anni ’50 negli Stati Uniti, dove consegue un master in architettura e lo avvia, tra le altre cose, alla carriera accademica.

La realizzazione del terminal TWA dell’aeroporto JFK di New York, la costruzione di alcuni collegi dell’Università di Yale sono solo alcuni dei progetti più significativi a cui ha lavorato.

La sua opera più famosa sono senza ombra di dubbio le Petronas Towers a Kuala Lumpur, in Malesia. Rimaste fino al 2003 gli edifici più alti del mondo con i loro 452 metri d’altezza.

 

Struttura

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Si tratta, alla base, di una serie di edifici ecosostenibili (si è calcolata addirittura una riduzione del consumo di energia del 37%) costruiti in vetro e ferro.

Lo Spire (la guglia) è sicuramente il tratto distintivo dell’edificio. 85 metri, assemblato pezzo dopo pezzo grazie a un elicottero e a un gruppo di operai specializzati nell’ottobre del 2011. Da un punto di vista strutturale, la guglia ha una forma a spirale, con una sezione che va a ridursi verso la cima.

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La sua posizione la espone in maniera importante e continua all’azione di agenti atmosferici, primi tra tutti il vento e il ghiaccio. Un aspetto non trascurabile, che ha spinto i costruttori a realizzarla in acciaio traforato e superfici curve di diametro e dimensioni diverse, capaci di affrontare carichi di vento, neve e condizioni atmosferiche avverse.

La guglia è inoltre rivestita di led, che oltre a una costante illuminazione notturna, garantiscono alla Torre la possibilità di essere colorata in diverse combinazioni.