In una città per anni definita grigia, continuano a nascere nuove aree verdi. Milano ha, infatti, da poco inaugurato il Parco della Luce all’interno dell’edificio Monte Rosa 91. Il progetto dell’area verde è firmato da AG&P greescape.

© Enrico Cano
Monte Rosa 91
Monte Rosa 91 nasce da un vecchio edificio industriale. Nel 1998 il sito arriva nelle mani dello studio di Renzo Piano con un progetto ben preciso: dare vita alla nuova sede de Il Sole 24 Ore.
Il palazzo, in origine caratterizzato dalla forma quadrata, diventa a forma di U in seguito alla demolizione della facciata su strada e viene aggiunto un vasto giardino centrale che cela un parcheggio sotterraneo. L’intero edificio si caratterizza, inoltre, per le sue vetrate che per anni hanno permesso di sbirciare tra le scrivanie del quotidiano finanziario.

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Quasi vent’anni dopo dal progetto per Il Sole 24 Ore, MonteRosa 91 torna nelle mani di Renzo Piano che, questa volta, deve realizzare un edificio a uso misto col fine di offrire spazi multifunzionali per il lavoro e il quartiere.
L’edificio, nei suoi oltre 80.000 mq tra 47.000 mq di uffici e un ampio spazio verde, ospita oltre 12 aziende e offre un’ampia gamma di servizi come un asilo nido, una palestra e un ristorante realizzati per promuovere il benessere e un concetto di lavoro più flessibile.

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Il Parco della Luce
Il Parco della Luce è un giardino di circa 10.000 metri quadrati aperto e accessibile a tutti. I lavori hanno visto il recupero di oltre 93 alberi già esistenti, 42 nuove alberature, 60 grandi arbusti e 13.800 fra piccoli arbusti e piante perenni.

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Il progetto si basa sulla riconnessione dei corridoi ecologici cittadini, tramite la valorizzazione del patrimonio verde esistente e l’introduzione di nuovi elementi naturali per aumentarne la biodiversità.
Non appena entrati nell’edificio di Monte Rosa 91, l’occhio viene subito attirato dal verde dell’ambiente esterno dove si intravedono alberi e luce. Uscendo nella piazza e proseguendo verso la collina, l’elemento vegetale aumenta in un’immersione graduale che porta il visitatore a vivere il cuore del Bosco, passando dalle forme geometriche della città a quelle morbide degli alberi. Il bosco, con il suo ettaro di verde e le passerelle, diventa così uno spazio dedito al relax urbano, a una pausa dal lavoro di tranquilla contemplazione, ma anche un luogo di socializzazione.
Nel bosco trovano posto infinite varietà di piante. Sotto le chiome di querce, liquidambar e carpini, per esempio, è stato creato un ricco sottobosco naturale adatto alla luce filtrata dagli alberi utilizzando essenze da mezza ombra a formare ampie distese che si spingono fin sotto alle strutture sospese, accompagnando le passeggiate dei visitatori. I bordi, pensati per mascherare la vista della città, sono costituiti da macchie di Osmanthus, viburni, Aruncus, accompagnati da inserti di camelie e ortensie. Al centro, ad accompagnare le passerelle e le pedane, si snodano le distese di tappeti verdi che si compenetrano l’uno con l’altro, composte da felci, aglio orsino, Asparagus, astilbe, liriope ed edera.
Nelle zone di radura più luminosa e soleggiata spuntano piante di Chenomeles, Raphiolepis, Choisia, abelia, nepeta, verbena, perowskia e gaura.
Il progetto presenta anche una corte che, contornata da alberi nuovi e rivalorizzati, diventa un nuovo suggestivo spazio per eventi open air.

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A completamento del sito vi è anche un percorso d’arte intitolato Prima Luce. Curato da Helga Marsala, con la direzione progettuale di Artribune Produzioni, si tratta di un progetto artistico che ruota intorno a tre grandi opere d’arte site-specific di Mario Airò («Ottava d’oro, ottava di piombo», 2023), Stefano Arienti («Filari di pioppi», 2023) e Loris Cecchini («The orbital promenade, chorus of solstices», 2023). Le installazioni si relazionano intimamente con l’architettura grazie a un percorso di ricerca nato dal confronto tra gli artisti, la direzione curatoriale e i progettisti del Renzo Piano Building Workshop.
Il Parco della Luce quindi dà vita a uno spettacolo unico nel suo genere che diventa ancora più suggestivo nelle ore serali grazie agli effetti luminosi che lo caratterizzano e che hanno dato il nome al parco.