5 Giugno 2024

Prossimamente Roma avrà il suo Museo della Scienza. Il progetto, il cui inizio dei lavori è atteso per il 2025, si chiama Science Forest ed è di Adat Studio, fondato da Antonio Atripaldi e Andrea Debilio.

Al loro fianco anche: 2LMF, P’Arcnouveau per il paesaggio, WSP per l’ingegneria e GAe per antincendio e sicurezza.

© Adat Studio

La riqualificazione dell’area e il concorso

Il Museo della Scienza troverà posto nel quartiere Flaminio della Capitale dove da anni è in corso una grande operazione di riqualificazione urbana sostenuta da CDP Real Asset SGR e che ha visto realizzare, nell’ultimo decennio, il Ponte della Musica, l’Auditorium, il MAXXI e dove prenderà forma anche l’espansione denominata Grande MAXXI. Proprio per le numerose strutture a carattere scientifico presenti, il Flaminio è destinato a diventare in breve tempo il nuovo distretto della Capitale dedicato a cultura e scienza. Non è un caso, infatti, che il quartiere sia già stato rinominato Città della Scienza che, come sottolinea lo stesso Comune di Roma, è “un polo scientifico di rilevanza internazionale in grado di accogliere, esporre e rendere accessibile al grande pubblico il sapere scientifico e tecnologico in tutte le sue evoluzioni e articolazioni, nonché di promuovere la conoscenza scientifica, di sperimentarla e di diffonderla”.

I lavori del nuovo quartiere riguarderanno circa 51mila metri quadri, sui quali si prevede di edificare 72mila metri quadri di nuovi edifici. Alla Città della Scienza ne verranno dedicati 27mila mentre la restante parte sarà destinata alla realizzazione di 70 alloggi sociali (6000 metri quadri), 200 residenze private (29mila metri quadri), spazi commerciali (5mila metri quadri), strutture ricettive (5mila metri quadri) e attrezzature pubbliche per il quartiere.

Il Museo della Scienza, nello specifico, sarà situato al posto dell’ex Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione realizzato nei primissimi anni del ‘900. Con l’inizio della prima guerra mondiale tutta l’area venne acquistata dal Ministero della Guerra che adattò ai propri scopi gli stabilimenti preesistenti e creò una caserma: nacque così lo Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione.

Negli anni ’90 alcune aree del complesso furono man mano cedute al Comune e, oggi, il sito è suddiviso in quattro parti: le palazzine con alloggi degli alti ufficiali, un’area dedicata alla Polizia di Stato, l’area della vecchia Caserma dove oggi sorge il MAXXI e quella tra via Guido Reni e Villa Flaminia dove appunto sorgerà la Città della Scienza e un complesso residenziale.

Il Museo della Scienza

Lo studio Adat ha vinto tra oltre 70 progetti candidati e, come ha sottolineato Daniel Libeskind, presidente della giuria del concorso internazionale per il Museo della Scienza di Roma, “Il vincitore è stato selezionato all’unanimità per il suo progetto che intende dare vita a un qualcosa di ecologico e sostenibile nel centro di Roma. È un edificio che si auto-regola in molti modi, riguardo alla temperatura e alle condizioni per il pubblico. Ha un concetto molto audace, una tecnologia innovativa, con una forte visione del mondo”.

© Adat Studio

Science Forest ha l’obiettivo di proporre una visione nuova nel rapporto tra conoscenza, natura e storia realizzando un edificio in cui queste tre componenti sono in costante dialogo e confronto. Il progetto prevede la conservazione delle mura perimetrali del vecchio Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione, lo svuotamento dell’area interna e la costruzione di un nuovo parco pubblico in continuità con quello già previsto nell’area adiacente.

Al piano terra ci saranno gli ambienti accessibili a tutti: foyer a doppia altezza, caffetteria, bookshop e ristorante, così come il parco centrale aperto alla città, creeranno insieme un luogo polivalente, una galleria “diffusa” per allestimenti speciali e incontri dedicati alla scienza. Una galleria on-demand, spazi per la ricerca e la direzione del museo sosterranno la nuova terrazza, una zona intermedia pensata per le esposizioni all’aperto.

© Adat Studio

Il parco, invece, si caratterizzerà per le sue numerose capsule di diverse geometrie e dimensioni sospese, sorrette dagli alberi artificiali e unite tra loro da corridoi vetrati. Anche l’edificio si distinguerà per i suoi volumi semi trasparenti e aperti che consentiranno una ventilazione naturale e l’effetto camino. La copertura e tutto il fronte sud della facciata saranno completamente rivestiti dalle celle fotovoltaiche che garantiranno all’edificio una continua produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Proprio per la sua attenzione all’ambiente il progetto mira a raggiungere un elevato livello di certificazione secondo i protocolli LEED® e WELL®.

La struttura del Museo sarà inoltre concepita come una scatola bioclimatica passiva che offrirà ai visitatori un’esperienza con le comunità vegetali in un nuovo ecosistema. L’architettura e il paesaggio nascono da un approccio olistico, valorizzando le interazioni biologiche con flora, fauna e altri organismi.

Sebbene non sia ancora realizzato, il progetto sta già ottenendo ottimi riscontri tanto che ha vinto gli Architizer A+ Awards nella categoria Unbuilt Cultural.

© Adat Studio