A Palermo ci sarà presto un nuovo museo dedicato a mostre temporanee. Ecco il progetto di Mario Cucinella Architects per il Museo Giardino Santa Rosalia.
“Il progetto intende arricchire il centro storico di Palermo con un segno contemporaneo di rigenerazione urbana, rispettoso dell’identità culturale e architettonica della città. Una teca trasparente, aperta alla comunità e in dialogo con il quartiere circostante, sormontata da un giardino pensile ispirato a quelli arabo-normanni: il nuovo Museo Giardino Santa Rosalia non è solo concepito come uno spazio espositivo, pensato per migliorare la fruizione dei beni e delle attività museali, ma anche come luogo di incontro e accoglienza dove sperimentare nuove modalità di relazione tra istituzione culturale e cittadini”, ha detto l’architetto Mario Cucinella.
Il progetto del Museo Giardino di Santa Rosalia
Il Museo Giardino Santa Rosalia nascerà dalla demolizione dell’edificio abbandonato di piazza Guzzetta, tra alberi da frutto, esposizioni temporanee e attività culturali e dialogherà con il vicino Palazzo Branciforte.
Il nuovo museo, infatti, si inserisce in un percorso virtuoso della Fondazione Sicilia che, nel corso degli anni, ha dato vita ad attività culturali di grande valore nella città di Palermo. Il progetto risponde dunque alla duplice esigenza di ampliare la superficie museale di Palazzo Branciforte attraverso un nuovo edificio da destinare alle mostre temporanee e, al tempo stesso, dare vita a un nuovo polo culturale aperto alla città e al quartiere.
L’architettura esterna si caratterizza per un linguaggio più essenziale, basato sull’impiego di geometrie e materiali semplici che meglio si adattano al contesto. I fronti del nuovo corpo edilizio sono trattati come semplici paramenti murari trasparenti, essenziali e compatti, che riprendono gli allineamenti delle vecchie facciate presenti nell’originaria trama urbana di Palermo, garantendo un armonioso inserimento del nuovo volume all’interno del tessuto consolidato del centro storico. L’ingresso dell’edificio, situato sul lato nord-ovest, arretra rispetto alla strada dando vita così a una piccola piazza.
Il concept funzionale dell’edificio si basa sull’idea di aprire lo spazio del piano fuori terra alla città, consentendo la creazione di un percorso museale flessibile e in grado di adattarsi a diverse esigenze espositive. Per realizzare questo obiettivo, la struttura è stata frammentata in sottili pilastri metallici che si integrano con la facciata perimetrale vetrata, mentre al centro sono presenti solo sui lati corti degli elementi monolitici in calcestruzzo, necessari per garantire la stabilità strutturale. L’edificio, dunque, si sviluppa su due piani fuori terra, che includono anche la terrazza panoramica, e uno interrato.
Gli spazi interni, invece, si sviluppano su due livelli, fusi centralmente da un doppio volume che ne dilata le ampiezze; il volume è totalmente aperto e al suo centro troviamo l’apertura ellittica verso il piano interrato – dove prosegue lo spazio museale – cui si accede tramite una scala elicoidale che si stacca dal grande terrazzo centrale. A sinistra, in posizione non baricentrica, si trova il punto di accoglienza mentre simmetricamente, a sud, un vano nasconde gli spazi tecnici e le connessioni verticali.
Al primo piano si trova il percorso espositivo esterno, collegato con una passerella pedonale in acciaio e legno a Palazzo Branciforte e protetto da molteplici varietà di alberi e arbusti per creare un giardino che accoglie al suo interno un piccolo teatro. La copertura dell’edificio ospita anche un punto di ristoro per i visitatori, che potrà essere utilizzato come spazio lounge e terrazza panoramica per gli eventi pubblici.
L’architettura del sito sarà anche un esempio di stile di altri tempi, portando alla memoria i “sollazzi”, le antiche dimore di delizia arabo-normanne, circondate da magnifici parchi, oppure ai “salotti verdi” del Settecento e dell’Ottocento, in città, nella Conca d’oro. E proprio il verde, che dà anche una parte del nome al nuovo polo culturale, sarà il cuore del nuovo giardino pensile situato sulla copertura del museo e che ospiterà specie vegetali profumate e colorate nelle diverse stagioni. Il progetto del paesaggio è a cura di Greencure Landscape and Healing Garden.
L’altra parte del nome, Santa Rosalia, invece, fa riferimento alla patrona di Palermo. La scelta è avvenuta anche perché, proprio nel 2024, cade il quattrocentesimo anno dal rinvenimento delle spoglie della Santa, a cui la Fondazione ha dedicato due emozionanti mostre-evento: Le estasi di Rosalia, a Villa Zito e Rosalia 400, a Palazzo Branciforte.
Il Palazzo Branciforte
Palazzo Branciforte prende il suo nome dalla famiglia di Nicolò Placido Branciforte Lanza conte di Raccuja che dimorò qui nel XVII secolo. Nel 1801, il Governo propose alla famiglia Branciforte di concedere l’intero edificio al Senato Palermitano per renderlo la nuova sede del “Monte della Pietà per la Pignorazione” che in quel periodo più che mai aveva bisogno di spazi più ampi per custodire la quantità dei pegni sempre crescente dovuta alla difficile situazione economica. In tempi brevissimi una parte del Palazzo venne rinominato “Monte di Santa Rosalia”.
Negli anni a seguire il Palazzo cambiò spesso destinazione d’uso e conformazione, anche a causa di alcuni incendi del 1848 finché, alla fine del 2005, venne acquisito dalla Fondazione Banco di Sicilia. Dopo anni di lavori di riqualificazione, affidati all’architetto Gae Aulenti, il sito venne riaperto al pubblico nel 2012 divenendo sin da subito un importante polo culturale della città.
Oggi nei suoi spazi espositivi la storia si coniuga con l’archeologia, con l’arte moderna e contemporanea, con i libri e con la grande tradizione culinaria italiana.