30 Dicembre 2020

Il 2021 sarà l’anno della rinascita.

Non solo umana, ma anche (e forse soprattutto) architettonica.

Dopo un 2020 fatto di sospensioni, ritardi e posticipi, l’anno che viene è pronto a regalarci veri e propri capolavori progettistici.

Tra questi, sicuramente, c’è il Castello di Berlino, progettato dall’architetto Franco Stella, terminato nel 2020 e pronto ad aprire al pubblico nelle prossime settimane.

COS’È IL CASTELLO DI BERLINO?

Il castello di Berlino è un edificio posto nel pieno centro della città, al centro della Schloßplatz. Opera monumentale di grande importanza, fu residenza dei principi elettori di Brandeburgo, dei re di Prussia e degli imperatori tedeschi. Era considerato il centro fisico e morale della città e dell’intera Prussia.

Danneggiato in maniera non irreparabile dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, venne abbattuto nel 1950 per ordine del governo della neonata Repubblica Democratica Tedesca in considerazione della sua importanza simbolica. Nel 2003 ne è stata prevista la ricostruzione, iniziata nel 2008, il cui completamento è avvenuto nel 2020.

STORIA

La costruzione del Castello cominciò nel 1443. Nei secoli l’edificio fu continuamente ampliato ed abbellito, con il contributo dei maggiori architetti ed artisti dell’epoca. Danneggiato in maniera limitata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu abbattuto nel 1950 su ordine della nuova Repubblica Democratica, perché considerato “simbolo del militarismo prussiano“. Il quarto portale, da cui il 9 novembre 1918 Karl Liebknecht aveva proclamato la fondazione della “Repubblica socialista”, fu conservato e inserito nella facciata dello Staatsratsgebäude (edificio del consiglio di Stato della RDT).

L’ampia area ricavata dalla demolizione del Castello fu battezzata Marx-Engels-Platz ed utilizzata come spazio per le dimostrazioni di massa, fino alla costruzione, sul lato est, del Palast der Republik (1976), oggi a sua volta demolito.

RICOSTRUZIONE

Nel 2003 si è decisa la ricostruzione delle tre facciate principali e della Schlüterhof, una corte interna, del Castello come Humboldt Forum. L’edificio ospiterà al suo interno, realizzato secondo canoni moderni, strutture museali come il Museo Etnologico, il Museo di Arte Asiatica, la Biblioteca Centrale e Regionale di Berlino e la Humboldt Universität, nonché circa 1.000 eventi individuali all’anno per i 3 milioni di visitatori previsti.

Nel novembre 2008 è stato scelto il progetto di Franco Stella per la ricostruzione del Castello. Il costo stimato alla fine dei lavori è di circa 600 milioni di euro. 

L’ARCHITETTO

Franco Stella ha studiato architettura allo IUAV di Venezia, dove si è laureato nel 1968 con Giuseppe Samonà. Dal 1973 insegna Composizione Architettonica, fino al 1989 allo IUAV e dal 1990 alla Facoltà di Architettura dell’Università di Genova. Vive e lavora a Vicenza.

Ha ricevuto il Premio Thiene 2015.

Ha partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali: ha ottenuto il primo premio per i progetti del “Nuovo Municipio” a Maserà di Padova (1990), della “Sistemazione e ampliamento del Quartiere fieristico” a Padova (1998), della ricostruzione del castello di Berlino come “Humboldt-Forum” (2008, ricostruito dal 2013 al 2020); un premio per i progetti del “Teatro dell’Opera de la Bastille” a Parigi (1983) e della “Ricostruzione di una casa palladiana a Potsdam” (1998); rimborsi-spese e segnalazioni per alcuni altri progetti.

Ha realizzato un complesso di Edifici per uffici (1975-1985) e una Villa (1990) a Thiene, sei Edifici scolastici nella provincia di Vicenza (1975-1985), una Casa plurifamiliare a Potsdam (1996), due Padiglioni espositivi per la Fiera di Padova (2002). Nel 2013 ha progettato a Berlino il museo Humboldt Forum.

IL PROGETTO

Il Nuovo Castello di Berlino è un edificio unitario, barocco e moderno, pensato come un luogo d’incontro con le culture del mondo, dedicato ai fratelli Humboldt.

Si presenta come una combinazione di Antico ricostruito e Nuovo d’invenzione, della parte barocca con cupola ottocentesca del Castello perduto e di una parte moderna, la cui forma è ogni volta riferita a uno specifico contesto architettonico e urbano.

La ricostruzione “fedele all’originale” della stereometria e delle facciate del palazzo barocco (ovvero della parte del Castello, ridisegnata a fine Seicento/inizio del Settecento da Schluter e Eosander) e della cupola ottocentesca di Stuler è stata decisa dal Parlamento tedesco nel 2002, e confermata dal programma del concorso del 2008- A tale ricostruzione obbligatoria, il progetto ha aggiunto quella facoltativa dei tre portali barocchi della corte occidentale e della facciata della cupola e il suo completamento con lanterna e croce.

La nuova costruzione consiste in cinque nuovi corpi di fabbrica: uno all’esterno, nell’area delle fabbriche tardo gotiche e rinascimentali del Castello, gli altri quattro nell’area della maggiore corte interna, l’Eosanderhof.

Il Palazzo, la Porta di Città, la Piazza e il Teatro, sono i luoghi eccellenti dell’architettura e della città, che ispirano di volta in volta la combinazione di Antico e Nuovo: sia all’esterno, nell’immagine urbana dell’edificio, sia all’interno, nell’architettura delle sue tre corti.

Il nuovo corpo di fabbrica, rivolto verso la Sprea, è inteso come “quarta ala” dell’edificio barocco ricostruito, portando a compimento l’originaria idea di Schluter di trasformare il castello in un palazzo unitario, sull’esempio di quelli italiani del Rinascimento e Barocco. La dimensione e i principi configurativi della facciata sono analoghi a quelli delle tre ali ricostruite: in virtù di una straordinaria grandezza delle sue aperture finestrate, in particolare della loro profondità di oltre un metro, il fronte sulla Sprea si presenta come una facciata di logge, che suggerisce il carattere pubblico dell’edificio.

I quattro nuovi corpi interni completano lo Schluterhof come piazza-teatro e conformano due nuovi cortili-piazza in rapporto con i portali ricostruiti come porta di città: lo Schloss-Passage, la cui via colonnata, che attraversa l’edificio congiungendo due portali ricostruiti, ricorda un antico Foro e il Grosse Foyer che evoca il Teatro, con il ricostruito portale-arco di trionfo come fronte di scena e i nuovi loggiati come palchi per gli spettatori.

La facciata, sia quella antica che quella moderna, presenta spesso la combinazione di muro e colonne, con compiti distinti: il muro per la costruzione vera e propria, le colonne per quell’ornamento che può continuare a conferire dignità all’edificio e decoro alla città.

Il muro è una costruzione a tre strati: una parete di cemento armato con uno strato di isolamento termico e la parete della facciata. Quella barocca è un muro di mattoni di spessore medio di 65cm: una costruzione autoportante che garantisce una facciata senza fughe apparenti; quella moderna si presenta con grandi lastre prefabbricate di cemento armato mescolato con pietra arenaria.

Le antiche Colonne e relativi architravi sono ricostruite per addizione di pezzi di pietra naturale, di misura, forma e materiale uguali a quello originali; quelle moderne sono monoliti prefabbricati, fatti, come le lastre, di bianco cemento armato mescolato con pietra arenaria.

Alcune pietre sono state restaurate, conservando la loro attuale condizione di frammento.

Altre, la maggior parte, sono state ricostruite nella loro originaria compiutezza.

Gli spazi interni sono stati tutti ridisegnati e modernamente attrezzati in funzione del loro nuovo scopo. La disposizione di pilastri e travi è attenta a non pregiudicare la possibilità di ricostruire in futuro i luoghi di particolare valore storico-artistico.

La superficie utile complessiva è di 42.000 mq: circa la metà è destinata alle collezioni del Museo Etnologico e del Museo dell’Arte Asiatica e circa 10.000 mq agli spazi d’interesse pubblico generale.

Nel piano terreno si trovano la sala d’ingresso e delle scale, il Grosses Foyer, le sale per spettacoli, riunioni, mostre temporaneee, la sala delle sculture, il bookshop, ristoranti e caffè.

Al primo piano, spazi espositivi di uno speciale museo della città di Berlino e dell’Università Humboldt.

Al secondo e terzo piano il Museo Etnologico e il Museo dell’Arte Asiatica, laboratori di ricerca e di restauro.

Il piano sotterraneo si estende a tutto il lotto edificato: in una porzione di circa 1500mq si trovano resti delle cantine del castello.

L’area restante e tutta quella del piano del sottotetto, per una superficie complessiva di oltre 16.000 mq è destinata agli impianti tecnici.

Nel piano di copertura, in continuità con il sottostante cubo-nord, si eleva il padiglione di un caffè-ristorante, circondato da una terrazza con bellavista sulla città.