25 Maggio 2023

Entro il 2024 il Museo Egizio di Torino avrà un nuovo volto. A occuparsene è lo studio di architettura olandese OMA.

© OMA

Il Museo Egizio di Torino

Il Museo Egizio è considerato il più antico museo del mondo interamente dedicato alla cultura degli antichi egizi. Era il 1630 quando arrivò in città la Mensa Isiaca che decretò, più tardi, la nascita del museo. La galleria infatti venne ufficialmente inaugurata nel 1824.

Il museo ha sede, ancora oggi, nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze, meglio noto come il Collegio dei Nobili, che venne costruito nel 1679 su disegno di Michelangelo Garove. Qui, inizialmente, vennero esposte le prime antichità della collezione Drovetti, acquistate dal re Carlo Felice.

Negli anni la collezione del museo crebbe grazie anche a numerose ricerche e scavi archeologici che portarono alla luce tesori nascosti. I primi lavori, eseguiti nella seconda metà dell’800, vennero affidati a Giuseppe Maria Talucchi e Alessandro Mazzucchetti. Nel corso degli anni, il ritrovamento di altri reperti ha richiesto diversi interventi di ristrutturazione e allargamento degli spazi. L’ultimo, durato circa tre anni, ha radicalmente rifunzionalizzato gli spazi, l’intero percorso museale articolato su cinque piani espositivi e le dotazioni impiantistiche.

Con l’inaugurazione avvenuta il 1 aprile del 2015, lo spazio culturale ha raggiunto un’estensione pari a 12.000 metri quadrati nella quale sono comprese la superficie espositiva, la sala mostre e l’area per la didattica. A metà del 2022, diventa parte del museo anche il giardino botanico dedicato alla flora dell’antico Egitto. Oggi la collezione ospita oltre 40.000 pezzi che vanno dal Paleolitico all’epoca copta.

Il nuovo progetto di rinnovamento

Nonostante la sua fama, a oggi, il Museo Egizio di Torino è poco integrato col resto del centro storico nel quale si colloca. L’obiettivo del progetto di OMA che verrà concluso entro il 2024, dunque, è proprio quello di riuscire a integrarlo trasformandolo nel principale spazio civico, realizzando un cortile aperto e una serie di sale urbane collegate e aperte a tutti.

© OMA

Le aree pubbliche saranno così organizzate in sei sale distinte, tutte con una scala, una funzione e un’identità. La più grande, che permetterà una continuità con la città, sarà la Piazza Egizia.

L’area si presenterà come un cortile multifunzionale a doppio livello, concepito come palinsesto della storia del Museo Egizio. Qui saranno in mostra l’architettura originale e le tracce degli interventi effettuati nel tempo. Al livello 0 saranno ripristinate le aperture storiche del cortile che permetteranno di unire lo spazio con la città. Al livello inferiore, invece, ci saranno il Giardino Egizio e lo spazio per eventi e la formazione. Qui verrà riportata alla luce l’originale facciata del Collegio dei Nobili. La Piazza Egizia vanterà anche una tettoia trasparente sostenuta da prolungamenti delle colonne esistenti. La griglia strutturale, inoltre, sarà anche un dispositivo per la raccolta dell’acqua piovana, la ventilazione dell’aria e l’illuminazione, in sintonia con i nuovi standard di sostenibilità.

© OMA by Alessandro Rossi

Le sei sale urbane saranno tutte collegate tra loro da un percorso centrale. Sulla facciata d’ingresso in via Duse, inoltre, saranno introdotte delle aperture che invitano il pubblico a entrare nel museo e nella Piazza Egizia per le varie attività quotidiane di svago.