4 Dicembre 2020

Il nome completo è Fondazione Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, ma per tutti è più comunemente noto come Policlinico di Milano, ospedale generale tra i più antichi d’Italia (fondato nel 1456).

Il nosocomio è ormai pronto a una svolta architettonica, innovativa e sostenibile grazie a un progetto curato da Gianandrea Barreca, Giovanni La Barra e Stefano Boeri.

 

STORIA

Nel 1456 il duca di Milano Francesco Sforza fondò la Magna Domus Hospitalis (Ca’ Granda), un nosocomio dedicato all’Annunciata, sostanzialmente per accattivarsi il favore del popolo, ancora fedele alla famiglia dei Visconti di Milano, sebbene il nuovo Duca avesse da tempo sposato Bianca Maria Visconti. Il comandante, entrando vittorioso in Milano il 25 marzo 1450, giorno dell’Annunciazione, fece voto di dedicare un’istituzione benefica all’Annunciata: fu così che la nuova fondazione divenne lo Spedale della Nunciata. Progettato dal celebre architetto Filarete, l’ospedale rientrò nel proposito dello Sforza di dare compimento e stabilità alla riforma degli ospedali cominciata dall’arcivescovo Rampini negli anni della Repubblica Ambrosiana.

Benché nato come ospedale dei poveri, fu però fin dall’inizio un ospedale in cui si curavano malati con speranza di guarigione. Le malattie croniche venivano “curate” in ospedali fuori città. Per questo motivo l’ospedale maggiore è sempre stato il centro di informazione e rilevamento della situazione sanitaria della città.

Tra il 1895 e il 1929, con costruzioni realizzate in più lotti, si decise lo spostamento dell’ospedale al di là del naviglio (dove aveva già cominciato ad espandersi); questo avvenne con la concomitante fondazione dell’Università statale. La Statale prese possesso dei vecchi edifici della Ca’ Granda (dove si trova tuttora); l’Ospedale Maggiore, come Policlinico Universitario si spostò in una vasta area compresa fra le vie Francesco Sforza (dove era la Cerchia dei Navigli), il corso di Porta Romana, le vie Lamarmora, Commenda e San Barnaba. Il primo istituto ad essere inaugurato fu quello Ostetrico ginecologico, voluto da Luigi Mangiagalli (primo rettore dell’Università) e che oggi porta il suo nome. Insieme allo spostamento si era deciso di creare un grande ospedale generale: l’area venne trovata a Niguarda, un comune limitrofo che nel 1923 era diventato parte di Milano. Il nuovo ospedale di Niguarda, su progetto di Giulio Marcovigi, Ulisse Arata ed Enrico Ronzani, fu realizzato tra il 1932 e il 1939. L’ospedale di Niguarda mantenne il nome di Ca’ Granda, mentre il Policlinico tenne il nome di Ospedale Maggiore.

Ulteriori “propaggini” dell’ente ospedaliero furono l’Ospedale San Carlo Borromeo e l’ospedale Città di Sesto San Giovanni. L’ente venne successivamente smembrato, dando così autonomia a diversi istituti, mentre altri nacquero indipendentemente e vennero inglobati successivamente. Nel 1909 i fratelli Adelina e Marco De Marchi fondarono l’Asilo per le madri povere legittime “Regina Elena”, che visse una sua storia indipendente fino agli anni 1990. Nel 1957 tale Opera Pia fu trasformata in ospedale specializzato, mentre divenne Ente Ospedaliero nel 1968 come Istituto di Ostetricia-Ginecologia e Pediatria “Regina Elena”. Nel 1992 la “Regina Elena” è stata un presidio della USSL 75/1 (poi AUSSL 36 di Milano). Dal 1998 al 2004 gli Istituti Clinici di Perfezionamento Devoto, Mangiagalli e Regina Elena vennero posti sotto un’unica egida. Nel 2004 viene fondata la Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena. Nel 2010 cambia il nome riacquistando la vecchia dicitura di Ca’ Granda.

Pur conservando parte dell’originaria struttura a padiglioni, il progetto del Nuovo Policlinico introduce nella zona centrale dell’area un grande “contenitore”, il Central Building, che integra i reparti medico/chirurgici e materno/infantili. Questo fabbricato è composto di una coppia di edifici in linea, destinati alle aree degenze e agli ambulatori, estesi in pianta 121 x 26 metri e sviluppati in alzato fino all’altezza massima consentita: 28 metri. A questi si aggiunge un corpo centrale, di circa 18,50 metri di altezza e 68 metri di profondità massima, che ospita i blocchi operatori e le sale parto/travaglio. Sulla sua copertura è previsto un rigoglioso giardino pensile di oltre 7.000 mq, il cui uso è inizialmente riservato ai degenti e agli operatori dei vari reparti, ma che in futuro potrà essere aperto al pubblico per eventi particolari, a carattere ludico e terapeutico. Tra i principali interventi di Forestazione Urbana previsti a Milano, il Roof Garden del Policlinico si arricchisce del valore aggiunto legato alle potenzialità cromo-terapiche del suo paesaggio, dalle essenze cangianti nelle diverse stagioni. Al suo interno trova anche posto un giardino riabilitativo, solcato da percorsi con diversi livelli di difficoltà legate a varie tipologie di pavimentazione.

L’impianto del Nuovo Policlinico permane quindi entro i limiti planimetrici della struttura originaria: tra le vie Commenda, Lamarmora e Francesco Sforza. Il primo passo attuativo, già eseguito, prevede una serie di demolizioni dei vecchi padiglioni posti al centro del recinto vero e proprio: operazione che conserva tuttavia una parte della struttura originaria degli edifici, soprattutto ai limiti dell’area. Concettualmente, il progetto vuole far coesistere le memorie stratificate di una parte storica di città con la razionalizzazione complessiva della grande, nuova macchina ospedaliera. Ognuno degli edifici che, nel tempo, hanno caratterizzato lo spazio del Policlinico si è sempre confrontato con la vasta dimensione di uno spazio aperto che, con il variare delle funzioni ospitate poteva assumere di volta in volta un carattere privato, semi-pubblico, pubblico o collettivo. L’originaria organizzazione dei reparti nei padiglioni, tuttavia, non forniva la necessaria connettività tra reparti e funzioni sanitarie, indispensabile invece nell’organizzazione di un ospedale di ultima generazione. Il progetto di trasformazione punta quindi a valorizzare il recinto come sistema urbano attraversabile, caratterizzato da funzioni urbane di servizio (commerciali, terziarie), aumentando la permeabilità dello spazio pubblico esterno e dotandolo di spazi verdi fruibili e accoglienti. Nel contempo, l’intervento fornisce un’efficiente organizzazione alle aree operative, capace di corrispondere alle esigenze della struttura sanitaria, dei pazienti e degli operatori.

Dal punto di vista spaziale e distributivo, il complesso offre una rilevante flessibilità tipologica, unita a una razionale organizzazione interna delle funzioni e dei sistemi di flusso. Fulcro del sistema, la “quota 0” del complesso, che funzionerà come una grande galleria pubblica, infatti, oltre a fornire gli accessi principali alla struttura ospedaliera, funzionerà come una grande piazza coperta per la città e congiungerà via Francesco Sforza a via della Commenda. Da quest’ultima si potrà accedere al Pronto Soccorso Pediatrico Ginecologico e al Reparto di Terapia Intensiva Neonatale. La logica di interscambio tra l’ospedale e la città presente a piano terra si estende anche alla piazza verde sul tetto del Central Building. Questo spazio è infatti pensato anche per ospitare iniziative speciali di intrattenimento per pazienti e operatori, ma anche pubblico esterno, di cui potranno farsi promotrici diverse strutture culturali e sociali della città, dal consolidato rapporto di collaborazione con la Fondazione Policlinico, come la Biblioteca Sormani, il Conservatorio, il MuBa o l’Umanitaria.

Sul piano formale, il Central Building è caratterizzato dalle facciate dei due edifici più alti, composte da elementi a cellula su moduli geometrici rigidi, molto variati tra loro nella geometria dei serramenti metallici e nelle varianti cromatiche dei pannelli HPL di rivestimento, previste in tre tonalità di grigio. L’inserimento di speciali “pinne” verticali in vetro colorato permette di sfruttare la variabilità della luce naturale per generare continue e cangianti vibrazioni delle facciate. Il nucleo centrale del Central Building presenta invece una facciata formata da una seconda pelle in lamiera metallica forata e presso-piegata, sovrapposta al tamponamento primario. Rifinita da una verniciatura in colore bianco, è caratterizzata da un disegno specifico e nasconde dietro di sé l’insieme delle finestre che si aprono sulla facciata interna.

 

PROGETTO

L’ospedale sarà realizzato in un unico edificio in grado di ospitare 900 posti letto. In questo modo gli spazi e le risorse saranno ottimizzati, le apparecchiature e il personale condivisi tra i diversi reparti, la gestione del lavoro sarà più organizzata ed efficiente.

L’area del cantiere in cui sorgerà il Nuovo Policlinico si trova al centro del perimetro dei Padiglioni, e si estende per 22mila metri quadrati. La struttura sarà formata da due blocchi di 7 piani, compreso il piano terra, uniti da un blocco centrale di 3 piani, il tutto con accesso a due piani interrati.

Il corpo centrale nasce per essere uno spazio ‘aperto’ al livello del piano terra dove sorgeranno una piazza coperta, una vera e propria Galleria pedonale con negozi e servizi, ma anche un’area espositiva che potrà essere dedicata a mostre, convegni e ad iniziative rivolte al pubblico.

Nel corpo centrale ci saranno 21 sale operatorie, gli impianti e i servizi che riforniscono l’intero Ospedale. Nei sotterranei ci saranno le grandi macchine della Radiologia e della Neuroradiologia, insieme al Quartiere Angiografico e alla Radiologia Interventistica.

– Il Blocco Sud sarà dedicato principalmente alla donna, alla coppia, al neonato e al bambino, con tutte le aree dedicate tra cui il Pronto Soccorso ostetrico-ginecologico, il Soccorso Violenza Sessuale e Domestica, il Pronto Soccorso Pediatrico, le sale parto. Saranno inoltre realizzate due speciali ‘Case del Parto’, ovvero mini-appartamenti che ricreano un ambiente familiare, pur garantendo la sicurezza offerta dall’ospedale.

– Il Blocco Nord sarà dedicato alle attività medico-chirurgiche: ci sarà un’Area Polispecialistica Medica, per pazienti cronici e fragili e per persone con malattie rare, un’Area dedicata alla Chirurgia Generale e alle Chirurgie Super-Specialistiche, con particolare attenzione all’area dei Trapianti.

Intorno alla nuova struttura rimarranno attivi alcuni degli attuali Padiglioni, tra cui il Padiglione Guardia-Accettazione, realizzato nel 2015, che ospita il Pronto Soccorso Generale per gli adulti, e che sarà completato con nuove aree dedicate ai Prelievi, all’Accettazione e all’Endoscopia e la Clinica Mangiagalli.

Il progetto prevede che oltre al nuovo edificio, vengano contemporaneamente riqualificati gli attuali Padiglioni, i lavori di ammodernamento sono già iniziati da circa un anno e per il momento hanno previsto diversi interventi tra cui la riorganizzazione di 195 posti letto sui circa 900 presenti in totale al Policlinico; la realizzazione al Padiglione Granelli della nuova Area Medico Geriatrica, in stretto raccordo con il Pronto Soccorso. E’ stata inoltre realizzata e inaugurata la nuova Camera Mortuaria che garantisce maggior riservatezza.

Il parco sopraelevato

E’ ormai noto che la natura e gli alberi possano aiutare i malati nelle terapie e nella qualità della degenza ospedaliera. Stefano Boeri a questo proposito racconta che il giardino sopraelevato realizzato sul tetto del corpo centrale rappresenta la novità più significativa del progetto. Ampio come il Duomo di Milano, si estenderà su seimila metri quadrati di verde, spazi di gioco e di relax; ospiterà inoltre percorsi di riabilitazione per i pazienti, laboratori di cura dell’orto per pazienti oncologici, aree dedicate alla pet therapy e allo yoga. “Stiamo lavorando affinché, in coerenza con l’antico spirito della Ca’ Granda, alla cura di questo Giardino partecipino anche altre istituzioni pubbliche vicine, come la Biblioteca Sormani, il Museo dei Bambini, l’Umanitaria, il Conservatorio di Milano e l’Università degli Studi”.

Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, il progetto esecutivo, e l’inizio della relativa gara pubblica, sono attesi entro dicembre 2017. Dopo il tempo tecnico di circa 3 mesi, è attesa per marzo 2018 l’apertura delle offerte e per giugno 2018 l’aggiudicazione della gara d’appalto.

Questo dovrebbe portare alla posa della prima pietra entro novembre 2018, alla realizzazione della nuova struttura entro il 2021, e ad ottenere l’Ospedale completamente arredato e funzionante entro il 2022.