20 Giugno 2023

Agli inizi di maggio ha finalmente riaperto al pubblico l’Istanbul Modern, il museo di arte moderna della capitale della Turchia progettato dallo studio Renzo Piano Building Workshop. Il museo, che sorge sul lungomare di Karaköy all’incrocio tra il Bosforo e il Corno d’Oro, ha riscosso in pochissimo tempo un successo tale che persino gli americani l’hanno inserito nella lista dei “52 luoghi da visitare nel 2023 stilata dal New York Times.

© Cemal Emden

La storia dell’Istanbul Modern

Era il 1987 quando si tenne la prima mostra internazionale di arte contemporanea di Istanbul che ebbe un grande successo tanto che oggi si conosce la manifestazione come la Biennale di Istanbul. Fu così che due figure di spicco della società turca, il Dr. Nejat F. Eczacıbaşı e Oya Eczacıbaşı, decisero di avviare un progetto per dotare Istanbul di un museo permanente dell’arte moderna e contemporanea.

Il primo edificio che ospitò opere d’arte moderna a Istanbul fu il Feshane, un ex stabilimento di produzione tessile del XIX secolo sul Corno d’Oro, che ospitò anche la terza Biennale di Istanbul nel 1992. Tuttavia il progetto del museo fu rilanciato soltanto quando un magazzino doganale sul molo di Galata è stato usato come sede per l’ottava edizione della Biennale di Istanbul nel 2003. Qui, dove un tempo c’era un magazzino per carichi secchi dell’Organizzazione marittima turca, nacque l’Antrepo n. 4 che, per 14 anni, nei suoi 8.000 metri quadrati, ha ospitato il primo museo di arte moderna e contemporanea della Turchia.

La collezione del primo museo venne poi spostata nell’ex edificio dell’Union Française a Beyoğlu, progettato nel 1896 da Alexander Vallaury, per permettere i lavori che hanno portato oggi alla realizzazione del nuovo Istanbul Modern.

© Cemal Emden

Il progetto di Renzo Piano

L’Istanbul Modern è stato il primo progetto realizzato da Renzo Piano in Turchia e sicuramente non sarà l’ultimo visto il risultato. All’interno dei suoi 10.500 metri quadrati, il museo può ospitare mostre temporanee, programmi educativi interdisciplinari, proiezioni di film e una vasta collezione d’arte accessibile al pubblico legata alla creatività artistica turca.

Il design dell’edificio richiama in ogni suo aspetto l’acqua che lo circonda nonché il passato del sito stesso che, come abbiamo visto, era un antico porto. Il mare è evocato anche dal profilo dell’edificio che ricorda i profili delle navi che viaggiavano tra Oriente e Occidente mentre la facciata esterna del museo, composta da una sequenza di pannelli di alluminio in 3D, attraverso dei giochi di luce, crea un involucro scintillante e iridescente che ricorda le squame dei pesci.

© Cemal Emden

Il piano terra è completamente trasparente concedendo così ai suoi visitatori di ammirare il lungomare. Qui trovano posto la biblioteca del museo, spazi didattici e per eventi, touchscreen digitali, una caffetteria e uno shop con oggetti ispirati alle mostre del museo. Inoltre, in questo spazio, c’è una nuova continuità con l’edificio precedente dato che si può ammirare il False Ceiling (2005) di Richard Wentworth, una delle iconiche installazioni presenti anche in passato.

Un’altra installazione site-specific in tre parti, firmata da Olafur Eliasson, si trova, invece, sull’ampia scalinata centrale che collega le aree pubbliche del museo.

© Cemal Emden

Una volta saliti al primo piano dell’Istanbul Modern si potranno ammirare la galleria fotografica, la galleria pop-up, gli spazi per eventi, le aule didattiche e gli uffici del personale. Non manca poi un ristorante con una terrazza all’aperto dalla quale si può godere di una magnifica vista sul Bosforo e sulla Penisola Storica. Al secondo piano, invece, si trova la galleria della collezione permanente del museo e la principale galleria delle mostre temporanee.

Infine, a completare l’offerta del museo, ci sono anche un auditorium che può ospitare fino a 156 persone sedute e una terrazza panoramica situata sulla cima dell’edificio sopra uno specchio d’acqua riflettente poco profondo che copre l’intero tetto, offrendo una vista a 360 gradi sul Bosforo e sulla città.

© Cemal Emden