3 Novembre 2020

Dopo il Bosco Verticale di Milano e il tentativo di replica in Asia con il Nanjing Verticalizzerei Forest, Stefano Boeri lavora a un altro grande progetto urbano sostenibile.

Si tratta della Smart Forest City di Cancun, in Messico. Una vera e propria città verde nel cuore del Sud America.

Dove sorgerà?

Cancùn è una città di 743626 abitanti, situata nello Stato di Quintana Roo, nel sud del Messico. È una delle mete turistiche della penisola dello Yucatan, che si affaccia sul mar dei Caraibi.

Il territorio su cui sorge la città si divide in due aree: una situata nella parte continentale, dove c’è la vera e propria città, e l’altra in un’isola lunga 22 km, su cui si estende la zona degli alberghi (zona hotelera). Delimitata a nord dalla Bahia de Mujeres, a est dal Mar dei Caraibi ed a ovest dalla Laguna Nichupte, l’isola di Cancún, a forma di 7, è unita alla terraferma da due ponti: quello sul canale Nichupte, a 4 km dal centro della città, e quello sul canale Nizuc, all’estremo opposto, che unisce la Punta Nizuc alla parte continentale, vicino all’aeroporto ed alla Riviera Maya. Nella città sorgono parecchie sedi decentrate dei principali uffici governativi del Quintana Roo, di cui la capitale è Chetumal, della sede vescovile di Cancún-Chetumal e di 12 consolati.

Il clima è caldo violento e molto umido nel periodo estivo, che coincide con il periodo delle piogge, mentre durante l’inverno si ha un clima caldo con poca umidità, con una quasi mancanza di pioggia ed una temperatura media di 25 gradi.

Fino al 1970 Cancún era un’isola deserta e poche persone ne conoscevano l’esistenza. Situata nella regione più dimenticata dei Caraibi messicani, era formata da una duna a forma di sette, con alcuni tratti larghi solo 20 m, separata dalla terraferma da due stretti canali che collegavano il mare con un ampio sistema di lagune. Le rive erano coperte da pantani ed in generale circondate da mangrovie, selva vergine e spiagge inesplorate. Nata come progetto turistico interamente pianificato, col passare di pochissimi decenni si è trasformata in una vera e propria città.

Il progetto di Stefano Boeri

Quali parole migliori se non quelle dello studio Stefano Boeri Architetti per spiegare il progetto in tutti i suoi dettagli.

La Smart Forest City, firmata Stefano Boeri Architetti, è stata studiata per il Grupo Karim’s.

Il progetto si presenta come la pianificazione urbana di una nuova Città Foresta in Messico, che si estende per 557 ettari, in grado di ospitare fino a 130 mila abitanti.

L’area metropolitana accoglie 362 ettari di superfici vegetali e 120.000 piante appartenenti a 350 specie diverse, su disegno di una città aperta e internazionale ispirata ai valori dell’innovazione tecnologica e della qualità ambientale.

Grazie ai nuovi grandi parchi, infatti, ai tetti giardino ed alle facciate verdi, il suolo adibito a verde e quello costruito coprono aree equivalenti, restituendo alla vegetazione un’ampia porzione di territorio su cui sarebbe dovuto sorgere un grande centro commerciale.

Il disegno della nuova Città Foresta include un polo ad alto valore di innovazione dove si insediano dipartimenti universitari, organizzazioni, laboratori e aziende che nel mondo si stanno occupando dei grandi temi della sostenibilità ambientale e del futuro del pianeta. Al suo interno, inoltre, trovano luogo centri di ricerca e sviluppo destinati a ospitare studenti e ricercatori provenienti non solo dalle università messicane, ma dalle accademie più qualificate del mondo.

La Smart Forest City è pensata come un insediamento autosufficiente dal punto di vista energetico mediante un anello perimetrale di pannelli fotovoltaici e un canale di acqua collegato con un impianto ipogeo al mare che permettono di alimentare la città in modo sostenibile. Tale scelta permette di sviluppare un’economia circolare intorno al tema dell’utilizzo dell’acqua, elemento chiave del progetto, che viene raccolta all’ingresso della città con una grande darsena e una torre di desalinizzazione per poi essere successivamente distribuita in un sistema di canali – anche navigabili – permettendone la diffusione nell’intero insediamento e l’irrigazione dei campi agricoli circostanti.

La nuova Città Foresta è all’avanguardia anche dal punto di vista della mobilità grazie ad un articolato sistema di trasporto che prevede che sia i residenti che i visitatori lascino ai bordi della città ogni veicolo a combustione e che la mobilità interna sia unicamente elettrica e semiautomatica.

Il progetto è pensato secondo i principi di un Urbanistica Non Deterministica: definite le grandi invarianti della struttura urbana – relative alle infrastrutture energetiche, alla mobilità, al verde, ala presenza dei principali nuclei di ricerca e sviluppo, al diritto di ogni abitante ad avere a disposizione tutti i servizi ad una distanza pedonale e ciclabile congrua – la città prevede una grande flessibilità nella distribuzione delle diverse tipologie edilizie ad architettoniche.

Smart Forest City di Cancun si presenta come un giardino botanico, all’interno di una città contemporanea, basato sull’eredità tradizionale locale e sui suoi rapporti con il mondo naturale e sacro. Un ecosistema urbano in cui natura e città si intrecciano e agiscono come un unico organismo lasciando spazio alla vegetazione selvaggia che si colloca all’interno del suolo pubblico e viene considerata come un elemento fondamentale nella progettazione.

Risulta imperante la necessità umana di trovare soluzioni che comportino una prospettiva mutevole sul modo in cui le attività vengono svolte, dal modo in cui produciamo al modo in cui consumiamo. Il percorso verso beni e servizi dematerializzati e disintossicati può essere riassunto dalle quattro R: riduzione, riparazione, riutilizzo e riciclo. La Smart Forest City affronta tali esigenze di sviluppo, consentendo l’istruzione e l’empowerment economico – in particolare delle donne – sviluppando soluzioni, stili di vita e comportamenti radicalmente più eco-efficienti a partire dalla riduzione della domanda complessiva di energia e dalla diminuzione di produzione di rifiuti.

La Smart Forest City di Cancun adotta la filosofia di E. Glissant relativa al concetto di Mondialité, facendola diventare uno dei pilastri della sua fondazione, al fine di favorire la ricerca e gli scambi tra paesi. Con Mondialité si intende la non appartenenza a patrie esclusive o nazioni bensì a Luoghi– composti di tempeste linguistiche, divinità libere, terre native non prestabilite, lingue e geografie scelte e tessute tra terre e visioni – di cui la Città Foresta entra a far parte, abbracciando la creolizzazione come una forma di spinta per lo sviluppo sociale ed economico, permettendo a concetti di accessibilità e mixité di coesistere nello stesso spazio.

Concepito come un campus, il progetto diviene un’importante opportunità ed un grande investimento per arricchire il capitale umano e legato alla ricerca, pianificato su alcune caratteristiche essenziali e sulle strutture dei processi di urbanizzazione. Impianti di trattamento delle acque, produzione del cibo, giardini d’inverno, innovation path, canali navigabili, hub della mobilità, desalinizzazione e sistemi capillari di giardini pubblici e privati si intrecciano come elementi di innovazione e tradizione.

«Il cliente immagina l’insediamento un po’ come una Silicon Valley messicana, quindi con Università e Centri di ricerca che siano in grado di attirare professori e ricercatori da tutto il mondo – ha continuato l’architetto Cesa Bianchi – trattandosi di una città di nuova fondazione, può essere considerata anche un luogo dove testare direttamente le nuove tecnologie» ha dichiarato Francesca Cesa Bianchi, partner e project Director che ha curato i dettagli della Città Foresta insieme all’archietto Stefano Boeri.

Quando sarà pronta? A rispondere è  sempre l’architetto, che a ingenio-web a dichiarato: «Il concept è stato sviluppato nell’arco di sei mesi e abbiamo lavorato in cordata con altri consulenti, al momento è al vaglio del Governo messicano che ne è rimasto fin da subito entusiasta, per cui aspettiamo l’approvazione per cominciare a sviluppare la fase esecutiva».