15 Dicembre 2021

Per chi non la conoscesse, la Manifattura Tabacchi di Firenze è un complesso edilizio composto da 16 edifici posizionati su una superficie di circa 100.000 mq.

Si tratta di un esempio di architettura razionalista.

STORIA

Nei primi anni Trenta il monopolio di Stato decise di costruire una nuova (e unica) sede per la Manifattura Tabacchi, data l’inadeguatezza e la dispersione dei due impianti dell’ex convento di Sant’Orsola (lavorazione del tabacco) e della sconsacrata chiesa di San Pancrazio (lavorazioni di maggior pregio).

Fu progettata e costruita da Giovanni Bartoli e da Pier Luigi Nervi. 

Il progetto prevedeva la realizzazione di un impianto di notevole dimensione e articolazione: su una superficie di oltre 6 ettari, i vari corpi di fabbrica occuparono 22.200 m² di superficie e disponevano complessivamente una cubatura di 410.000 m³; la superficie utile dei magazzini era di 35.000 m², quella destinata a laboratori e officine di 15.000 m².

I lavori vennero avviati nel 1933: il primo edificio realizzato fu quello destinato alla lavorazione dei sigari Toscano, attestato su lato nord dell’area. L’intera opera, completata in ogni sua parte nel 1940, venne ufficialmente inaugurata il 4 novembre dello stesso anno alla presenza del ministro delle finanze Paolo Thaon di Revel.

Una targa in piazza Puccini ricorda come la Manifattura Tabacchi fosse sul fronte di guerra lungo il Mugnone nell’agosto 1944 e, perciò, oggetto di duri scontri da parte delle forze partigiane durante la Liberazione.

Nel 1999 il complesso divenne proprietà dell’Ente Tabacchi Italiani, che ne decise la dismissione produttiva. La Manifattura chiuse definitivamente il 16 marzo 2001. Alcuni ambienti vennero usati come magazzino del Maggio Musicale, altri vennero saltuariamente utilizzati per eventi, soprattutto durante fiere come quelle di Pitti Immagine.

Nel 2016 la Cassa depositi e prestiti la vendette a un fondo immobiliare internazionale per 200 milioni di euro. Nello stesso anno si avviò il processo di riqualificazione, con l’obiettivo di realizzare un progetto di rigenerazione.

Progetto che più avanti racconteremo.

ARCHITETTURA

Il complesso della Manifattura occupa un intero isolato, compreso tra il torrente Mugnone a nord e il fosso Macinante e la ferrovia a sud e situato in prossimità del parco delle Cascine. Questo isolato, a forma trapezoidale, è delimitato a est dalla via delle Cascine, sulla quale si affaccia il corpo principale degli uffici e della direzione, a nord da via Tartini e a ovest da via Pergolesi, sulle quali si attestano invece i magazzini e gli impianti per la lavorazione; a sud i binari della ferrovia arrivano a servire direttamente la testa dei capannoni per la lavorazione.

Assieme all’edificio del dopolavoro (oggi Teatro Puccini), situato a mo’ di prua all’angolo nord orientale del lotto, il corpo principale della Manifattura costituisce una dominanza architettonica in un ambiente urbano privo di emergenze e caratterizzato da un tessuto eterogeneo definitosi a partire dai primi del Novecento.

Il complesso è caratterizzato da una serie di edifici a planimetria e volumetria compatte, connotati da uno stile pacatamente razionalista. Tali volumi, oscillanti tra i due e i quattro piani fuori terra, sono distribuiti parallelamente od ortogonalmente all’asse est ovest del torrente Mugnone (unica eccezione il corpo della direzione, che si inserisce diagonalmente nella maglia assecondando l’andamento della via delle Cascine) e risultano collegati a gruppi, a seconda dei differenti cicli della produzione, tramite corpi scala e montacarichi costituenti un volume autonomo; tra i vari nuclei sono inoltre frapposti percorsi di collegamento e spazi di servizio, semplici cortili asfaltati per la produzione e la lavorazione, giardinetti alberati per la direzione e gli uffici.

Edificio principale

Il corpo della direzione e degli uffici, interamente rivestito in travertino ed arretrato rispetto all’asse parallelo della via Cascine tramite la frapposizione di un giardinetto con muro di cinta, presenta un ampio fronte ad esedra, su due piani fuori terra, dal quale risalta un corpo centrale, lievemente più alto rispetto alle ali laterali, tripartito da grandi aperture architravate, con portali al piano terra e ampie finestre al piano superiore: la balaustra è costituita da tre pannelli in travertino a bassorilievo raffiguranti le fasi della lavorazione del tabacco (opera del maestro Coccia).

Le ali laterali sono scandite ritmicamente da una fila di finestre rettangolari, in orizzontali al piano terra, in verticale e di più contenute dimensioni a quello superiore.

L’edificio è tripartito trasversalmente e presenta, al centro, un ampio corridoio che distribuisce sui due lati a tutti gli ambienti: il collegamento verticale è garantito da un corpo scale centrale, adiacente all’ingresso monumentale, e da due laterali, collocati nelle testate dell’edificio.

Al piano terra sono situati gli uffici e le sale di maternità; a quello superiore la direzione e l’alloggio per il direttore. Sul fronte ovest dell’edificio si attestano ortogonalmente all’estremità sud il corpo dei magazzini, a sviluppo longitudinale, e all’estremità nord quello dei magazzini per il confezionamento, dai fronti a sviluppo curvilineo, separato dal corpo degli uffici tramite un passaggio porticato.

Gli altri edifici

Il corpo adibito alla produzione e ai servizi generali presenta un impianto a “U” con al centro un ulteriore edificio (officina per la manutenzione degli impianti necessari alla produzione delle sigarette e centrale elettrica) ed ha pianta rettangolare dal volume compatto; il corpo a “U” si compone a sua volta di tre diversi nuclei, collegati nei punti di intersezione da un sistema di scale e montacarichi.

L’edificio lungo l’asse nord sud, a pianta rettangolare e volumetria compatta su 3 piani fuori terra più uno seminterrato, è quello che maggiormente si richiama al linguaggio razionalista internazionale degli opifici industriali: presenta il fronte principale tripartito, con il corpo centrale lievemente sporgente ed emergente, caratterizzato al piano terra da un ampio portale con sovrastante tettoia e a quelli superiori da due nastri vetrati, segnalanti il corpo scale, con al centro una cortina muraria con tre finestre sovrapposte concluse da un orologio; ai due lati si aprono, nella cortina in mattoni del piano terra, una serie di finestre rettangolari e in quella semplicemente intonacata dei piani superiori una serie di finestre a nastro. All’interno erano situati al piano terra l’infermeria, la sartoria e lo spogliatoio donne; al primo piano lo spogliatoio degli uomini; al secondo la cucina, il refettorio e la mensa.

Il nucleo dei magazzini dei materiali greggi è costituito da tre corpi paralleli distribuiti secondo l’asse nord sud: tali edifici, a pianta rettangolare e volumetria compatta su 4 piani fuori terra, sono collegati l’uno all’altro da corpi trasversali nei quali sono disposti scale e montacarichi. I fronti, in mattoni al piano terra e semplicemente intonacati a quelli superiori, sono caratterizzati da una teoria di aperture rettangolari ad interasse costante, mentre gli interni sono caratterizzati da ampi vani divisi da pilastri.

LA NUOVA MANIFATTURA TABACCHI

La nuova Manifattura Tabacchi rinasce nell’ex fabbrica di sigari, attiva per oltre settant’anni e dismessa dal 2001. L’ambizioso progetto di rigenerazione si propone di dar vita a un nuovo quartiere della città, animato dall’energia creativa di moda, arte e design, complementare al centro storico, aperto a tutti e connesso col mondo: la nuova destinazione per il contemporaneo a Firenze.

Il Masterplan prevede un articolato mix funzionale dove gli edifici originali e quelli di nuova costruzione ospitano scuole, atelier e laboratori, uffici e spazi per co-working, loft residenziali, un hotel, uno studentato e un birrificio: i cancelli che isolavano la fabbrica saranno aperti e i muri rimossi per aprire il nuovo complesso alla città e al mondo, 24/7.

Un primo Masterplan elaborato da Concrete Architectural Associates è stato sviluppato dallo studio d’architettura Sanaa (premio Pritzker 2010) in collaborazione con Studio Mumbai, il cui progetto sfrutta pienamente il potenziale del progetto e identifica nell’edificio che ospitava le officine di riparazione un nuovo oggetto iconico per l’intero intervento.
La messa a punto del Masterplan è stata affidata allo studio fiorentino 
q-bic, in collaborazione con il paesaggista Antonio Perazzi e il pluripremiato studio Piuarch, a cui è stata affidata la progettazione della nuova costruzione. Patricia Urquiola è impegnata nella progettazione delle residenze speciali ricavate nell’Edificio 7. Appena fuori dal sito della Manifattura è in costruzione l’edificio che ospiterà un nuovo asilo nido sul sito dell’ex polveriera, affidato al giovane studio Aut-Aut Architettura.

Il progetto di riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi riduce al minimo le demolizioni; rende gli edifici originali più efficienti e sostenibili con l’energia geotermica e una gestione attiva della risorsa idrica; prevede la piantumazione di oltre 1000 nuovi alberi all’interno del sito e un inedito giardino sospeso sull’edificio centrale (B11), al fine di ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria.

La nuova Manifattura integra le varie destinazioni d’uso in un mix funzionale che rigenera la qualità della vita: spazi commerciali, laboratori e atelier aperti alle industrie creative, uffici tradizionali e per il coworking, partnership con istituti formativi, ristorazione, accoglienza, residenze ma anche servizi, un nuovo asilo nido, mercati all’aperto e parcheggi interrati. Nel centrale edificio 11, sotto l’iconico giardino pensile, trova spazio NAM – Not a Museum, luogo dedicato alla produzione, ricerca e sperimentazione sulle arti contemporanee.

Una rigenerazione che rispetta le strutture esistenti in un’ottica di sviluppo contemporaneo e culturale, ma anche sostenibile, flessibile e a basso impatto energetico.

Urbanità, cultura e socialità si integrano grazie a una strategica rete di collegamenti viari e attività culturali che riportano la vita all’interno dei luoghi dismessi. Nasce così un nuovo centro, complementare e vicino al Centro storico grazie alla nuova linea 4 della tramvia, che beneficia della ritrovata prossimità con il Parco delle Cascine, il Polo Universitario di Novoli, l’aeroporto e la stazione, ma anche con il distretto della moda e la sua area produttiva a ovest.

La mobilità interna è stata studiata per restituire Manifattura Tabacchi alla vita del quartiere e di Firenze: un luogo aperto, permeabile e privo di muri di cinta, valorizzato grazie ad un sistema distributivo di aree verdi, piazze e spazi pubblici di relazione sociale, dove la Comunità possa contribuire a creare la nuova identità dei luoghi. Alla storica entrata monumentale su Via delle Cascine si aggiungeranno vari punti di accesso pedonali e ciclabili, oltre ad ingressi carrabili controllati e ad una fermata dedicata della nuova linea 4 della tramvia.