23 Maggio 2024

Da metà 2023 Capgemini ha trasferito i suoi uffici all’interno dell’iconico edificio Pharo situato in via Gattamelata 34 e chiamato così per la sua particolare forma. La struttura è stata realizzata da Park Associati mentre DEGW, parte di Lombardini22, si è occupato dell’interior design insieme a FUD.

La origini e la sede di via Nizzoli a Milano

Capgemini nasce a Grenoble nel 1967 col nome di Sogeti (Société pour la Gestion des Enterprises et le Traitement de l’Information) e solo nel 1996, dopo diverse acquisizioni e cambiamenti, diventa ufficialmente Capgemini. Da allora la società che opera nel settore della consulenza per la trasformazione tecnologica e di business delle aziende è in continua crescita. In Italia conta circa 9.000 professionisti dislocati in 20 diverse città.

La storica sede milanese si trovava in via Nizzoli e si caratterizzava per il suo particolare edificio. Realizzato nel 1981 su progetto di Nizzoliarchitettura il sito presenta ancora oggi, infatti, un arco trionfale sormontato da due figure femminili che reggono un medaglione in stile greco-romano sulla facciata principale in via Gio’ Ponti. Alla base, invece, si trovano due grandi volute dallo stile baroccheggiante.
L’edificio ha una pianta ottagonale incompleta dato che i tre lati verso ovest non sono stati realizzati lasciando spazio a un enorme giardino.

Da quando Capgemini ha spostato il suo indirizzo l’imponente edificio di via Nizzoli si sta preparando a cambiare funzione passando da spazio dedicato agli uffici a edificio residenziale grazie al progetto Nizzoli 8 dello studio Asti Architetti che intende, però, mantenere alcune delle sue caratteristiche iconiche.

L’edificio Pharo

Park Associati definisce Pharo come un progetto di ricucitura urbana, sviluppatosi intorno al concetto chiave della permeabilità, che ha visto la reinterpretazione volumetrica dell’intero isolato urbano. All’angolo con via Teodorico, infatti, gli edifici rientrano rispetto al marciapiede lasciando così spazio a un’area aperta e accessibile al pubblico.

© Marco Cappelletti

L’intero complesso è un continuo susseguirsi di volumi dal linguaggio unitario e organico, caratterizzato in facciata dal ritmo degli elementi aggettanti e dalle superfici con differenti matericità. Tra tutti, il volume più alto è una torre che raggiunge i 67 metri di altezza mentre quello più basso, destinato all’auditorium, è alto 8 metri. Quello che accomuna queste due strutture è l’illuminazione notturna che li contraddistingue. La torre, in particolare, si presenta come una sorta di lanterna, un faro – da qui il nome Pharo – luminescente che definisce un nuovo landmark della città.

© Marco Cappelletti

L’intero edificio è sostenibile e attento al risparmio energetico tanto da essere certificato LEED Platinum. Le facciate esterne, infatti, sono composte da un’alternanza di superfici trasparenti in vetro a superfici piene, in lamiera di alluminio anodizzato o lamiera forata. In un complesso di volumi dinamici, le parti di facciata rivestite in lamiera, oltre a limitare l’irraggiamento, hanno il vantaggio di garantire la non introspezione.

© Marco Cappelletti

In linea con le tematiche legate alla sostenibilità è stato preso in considerazione anche l’impiego minimo dei materiali in facciata. Gli elementi aggettanti e schermanti in lamiera aumentano infatti di spessore man mano che si sale verso i piani alti dove la funzione di schermatura del sole è più necessaria, mentre ai piani bassi sono meno profondi. Queste variazioni dimensionali concorrono nella definizione di una percezione fluida e dinamica dell’intero edificio.

© Marco Cappelletti

L’interior design degli uffici di Capgemini

Da giugno 2023 Capgemini si è trasferita, con i suoi oltre 2.000 dipendenti, all’interno degli spazi di Pharo.

© Andrea Martiradonna

Lo spazio di lavoro è progettato per abbracciare la cultura del lavoro ibrido: offre una vasta gamma di aree collaborative di varie dimensioni dedicate al networking e uno sky bar per incoraggiare le relazioni tra i membri del team, clienti e partner. Gli spazi sono così adattati agli attuali metodi di lavoro orientati al co-working e alla collaborazione, oltre a offrire ambienti rilassanti favorevoli alla creatività.

© Andrea Martiradonna

“In Capgemini le persone sono la nostra priorità. Il nuovo flagship building è progettato per incrementare la collaborazione, il confronto, la creatività dei nostri team e dei nostri clienti. Lo spazio di lavoro offre tutti i comfort e la tecnologia necessari per il lavoro ibrido nel rispetto dei più elevati standard di sostenibilità” ha commentato Monia Ferrari, Amministratore Delegato di Capgemini in Italia.

DEGW ha sviluppato il progetto di interior per Capgemini, mantenendo il concetto di verticalità attraverso ambienti eterogenei e fortemente caratterizzati, oltre ad aver curato il progetto di adeguamento e personalizzazione degli impianti.

© Andrea Martiradonna

Gli oltre 12.000 mq degli uffici ospitano soprattutto attività suddivise nei due edifici interconnessi tra loro. Gli spazi sono caldi e accoglienti, impreziositi da dettagli di design, come il parquet a spina di pesce, e da elementi come libri, piante e apparecchi di illuminazione intelligenti che contribuiscono a creare un ambiente ospitale. L’area technology, dedicata ai brainstorming, si caratterizza per il led sinuoso, un elemento luminoso che segue la forma del tavolo realizzato su misura, le nuvole di pannelli fonoassorbenti pendinati tagliati a forma di “cloud” e le particolari pareti blu con rete metallica che riflette parzialmente ciò che succede dall’altro lato.

© Andrea Martiradonna

La sequenza di spazi semiaperti e di sale meeting prosegue con l’area inclusion, dove si tengono incontri e momenti formativi, che si caratterizza per i colori della terra, dell’arancio, del cipria con pannelli fonoassorbenti a soffitto che movimentano e rendono confortevole lo spazio, mentre il tavolo scomponibile a forma di fiore esprime il concetto di uguaglianza. Infine l’area sustainability si caratterizza per il controsoffitto rivestito di baffle fonoassorbenti, colori accesi e una forte presenza di legno e piante.

Non manca poi una caffetteria con vista sullo skyline della città.

© Andrea Martiradonna

Al progetto ha lavorato anche FUD, la business unit di Lombardini22 dedicata al physical branding e al communication design. FUD si è concentrata sul colore e la corporate identity ponendo particolare enfasi sul valore della sostenibilità. Per esempio, il sistema di segnaletica e wayfinding, realizzato da FUD con materiali sostenibili come il legno, garantisce un approccio leggero e definito rispettando appieno il tema della sostenibilità. Infine, la lanterna di Pharo diventa anche un punto di osservazione dello skyline sia al di fuori delle vetrate che sul vetro stesso dove FUD ha riprodotto, con vetrofanie create ad hoc, le sagome delle architetture più iconiche di Milano che si scorgono dal building.