22 Marzo 2024

Ci sarà molta Italia nell’Esposizione Universale di Osaka attesa per il 2025. E non solo per il Padiglione dedicato al Belpaese che verrà realizzato da Mario Cucinella, ma anche per quello francese che sarà realizzato sempre da uno studio di architettura italiano: il progetto “Teatro della Natura” per Expo 2025, infatti, sarà progettato da CRA – Carlo Ratti Associati insieme allo studio francese Coldefy.

© Coldefy&CRA

Expo 2025

Il primo Expo ad Osaka avvenne nel 1970 e ora, dopo vent’anni dall’Aichi Expo del 2005, sta per tornare. I dati parlano di circa 150 Paesi partecipanti e di oltre 28,2 milioni di visitatori attesi negli oltre 1,55 km2 dell’isola di Yumeshima.

Designing Future Society for Our Lives, “Progettare la società futura per le nostre vite”, è il tema scelto per l’Expo 2025 Osaka che invita la comunità internazionale a riflettere su come vogliamo vivere, sulla società che desideriamo e su come possiamo ottimizzare risorse ed energie. L’Expo del 2025, infatti, pone per la prima volta la domanda “Qual è lo stile di vita felice?”.

Tre saranno i sotto temi, tutti strettamente legati al raggiungimento degli obiettivi delineati dagli SDGs (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2023 delle Nazioni Unite: “Salvare vite”, “Potenziare vite” e “Connettere vite”.

© Coldefy&CRA

Il Padiglione della Francia

Come si può evincere dal nome scelto, “Teatro della Natura”, il progetto del Padiglione francese di Expo 2025 intende mostrare come la Francia stia contribuendo alla cultura e all’ambiente naturale illustrando, al contempo, come il design possa colmare il divario tra il mondo umano e quello non umano sul nostro pianeta.

© Coldefy&CRA

Il percorso all’interno del Padiglione intende celebrare tutti e cinque i sensi attraverso un’esperienza suddivisa in più atti proprio come accade a teatro: Ascesa, Scoperta della Natura e Ritorno alla Terra.

“Mentre cerchiamo di affrontare il ruolo mutevole delle esposizioni oggi nel contesto della crisi climatica, dobbiamo cercare nuovi modi per immaginare la relazione tra naturale e artificiale. Combinando diverse forme di intelligenza, organica o tecnologica, possiamo ridefinire le connessioni tra persone e natura”, ha dichiarato Carlo Ratti, socio fondatore del CRA.

© Coldefy&CRA

Salendo dal livello del suolo in un “arc de scène”, l’esperienza inizia imboccando una scala sensuale che si snoda dando vita a un balcone di osservazione che porta verso una tenda che si apre su un anello infinito. Questo anello consente un’esplorazione completa dello spazio interno dell’edificio, comprendendone l’intero volume, prima di aprirsi sulla verdeggiante terrazza.

Il viaggio, infatti, culmina nella terrazza situata sul tetto del Padiglione che si caratterizza per il suo giardino paesaggistico, uno spazio di terreno che accoglie tutte le specie viventi. Il significato di quest’area è la conclusione di un’opera teatrale che rivela la realizzazione vitale della nostra connessione con la natura.

© Coldefy&CRA

Il Padiglione francese invita i visitatori a entrare nel teatro della vita. Sia attori che spettatori di questa produzione, i visitatori percorrono un percorso attraverso il Padiglione che mette in scena la simbiosi essenziale tra gli ambienti tecnologici e naturali dell’umanità, spingendoli infine a prendere coscienza della necessità vitale della nostra connessione con la natura“, ha spiegato Thomas Coldefy, socio fondatore di Coldefy.

© Coldefy&CRA

Da un punto di vista architettonico il progetto ha uno sviluppo circolare rappresentato da un filo rosso che collega i molteplici aspetti della vita umana e ricorda i colori simbolo della Francia stessa. Infine, ma non certo per importanza, il Padiglione fonde perfettamente elementi prefabbricati ed elementi naturali, incorporando la sua esistenza in un circolo virtuoso di riutilizzo e riciclaggio che si estende ben oltre il fugace lasso di tempo dell’Esposizione Mondiale.

© Coldefy&CRA

Al fianco di CRA- Carlo Ratti Associati e Coldefy nella progettazione del Padiglione ci sono la società internazionale di progettazione e costruzione RIMOND Group che funge da appaltatore principale, l’azienda giapponese Yasui Sekkei che fornisce competenze ingegneristiche e di conformità locale, mentre il responsabile creativo è Italo Rota.